Editoriali
La disoccupazione è bassa, la Francia macronista è in buona salute
Cinque proteste in un mese, ma i dati pubblicati dall’Insee sono più che positivi
A sentire i francesi che ieri per la quinta volta in un mese sono scesi in piazza contro la riforma delle pensioni sembra che la Francia sia un paese alla deriva, che la qualità della vita sia crollata vertiginosamente, che il lavoro non ci sia più, e che la colpa sia tutta del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, e delle sue politiche liberali. Per fortuna, però, ci sono i numeri a rimettere le cose a posto, e a far emergere una realtà che non è quella apocalittica dipinta dagli agit-prop dell’anti macronismo. Secondo i dati appena pubblicati dall’Insee, l’Istituto nazionale delle statistiche e degli studi economici francese, il tasso di disoccupazione nel quarto trimestre del 2022 si è infatti attestato al 7,2 per cento, raggiungendo il livello più basso dal 2008. “La politica economica voluta da Emmanuel Macron dal 2017 sta producendo i suoi frutti”, ha commentato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire. Il dato dell’Insee è inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto a quello registrato l’anno precedente.
Nel dettaglio, i giovani sono la categoria che ha beneficiato maggiormente delle politiche macroniste: nel quarto trimestre del 2022, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è sceso infatti di un punto rispetto al precedente trimestre, 16,9 per cento. Tra i 25 e i 49 anni, il tasso di disoccupazione è al 6,5 per cento, 0,3 punti al di sotto del livello di fine 2021. Infine, per quanto riguarda le persone di età pari o superiore a 50 anni, nel quarto trimestre del 2022 si registra un calo dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente e di 0,7 punti in meno rispetto allo stesso periodo nel 2021. Nonostante i profeti del declassamento, il clima ansiogeno legato all’inflazione e la protesta di piazza, la Francia macronista è in buona salute.