Editoriali
Lo stress della guerra e il dilemma della sinistra, tra Cosa russa e Cosa americana
Manconi individua la vera questione di una larga parte dei progressisti occidentali. Afflitti da “disturbi da stress post-traumatico” e smarriti davanti alla necessità di schierarsi rispetto all'invasione dell'Ucraina
Li chiama Uopl, “Uomini orientati al progresso e alla libertà”, Luigi Manconi in un interessante intervento sulla Stampa di ieri dedicato alla “sinistra incapace di immaginare la pace”. Una sinistra in cui Manconi individua gravi “sintomi e disturbi da stress post-traumatico”, uno smarrimento davanti alla necessità di schierarsi rispetto alla guerra. Li chiama Uopl, e c’è forse una nota ironica, perché Manconi sa che la sinistra non è sempre stata orientata al progresso né tantomeno alla libertà. Ma anche se oggi nella sinistra occidentale è preponderante la componente democratica-liberal, la questione dello “smarrimento” è dirimente e Manconi la individua alla perfezione. La guerra d’invasione iniziata un anno fa è “l’ultima miserabile metamorfosi” dell’èra sovietica, e “una quota di Uopl” ha portato a compimento la sua definitiva scissione da quel passato. E’ vero che la scissione era già avvenuta da decenni, ma in larghi strati della sinistra “sopravviveva un sentimento, un umore, uno stato d’animo”, o addirittura una “opzione preferenziale, una tentazione giustificatoria… ogni volta che la Cosa russa si opponeva alla Cosa americana”.
La guerra ha definitivamente operato in una parte della sinistra la cesura, ma c’è un’altra parte di “Uopl” in cui sopravvive ed è determinante il sospetto verso la democrazia liberale, che rimane il vero motore immobile di ogni iniquità. Così “un’altra parte di sinistra”, scrive, “si è ritagliata uno spazio di equidistanza, negata a parole, ma nei fatti inevitabile”. L’articolo individua alla perfezione il nodo di Gordio ancora da tagliare per staccare la sinistra dalla fascinazione per la Cosa anti-americana. Arriva alla fine all’attualità, Manconi: la futura segreteria del Pd avrà per primo compito il dovere di far maturare nel partito una posizione chiara sulla guerra, se vuole diventare davvero capace di “immaginare la pace”. Se ci è permessa una chiosa, il problema è che la componente di “Uopl” che ancora non sa elaborare il lutto per la fine della Cosa russa antiamericana non è minoritaria quanto sembri.