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La larga maggioranza del Parlamento apre al nucleare è un'ottima notizia. E il Pd?

Redazione

Accolte parti della mozione presentata dal Terzo polo di Calenda che impegna il governo a non escludere e a non discriminare nelle politiche energetiche anche la fonte nucleare. Energia senza demagogia. Finalmente

Dopo qualche decennio torna nel Parlamento italiano una spinta a riconsiderare l’uso dell’energia nucleare. E’ capitato al Senato, martedì, dove la maggioranza ha accolto parti della mozione presentata dal Terzo polo di Calenda che ha impegnato il governo a non escludere e a non discriminare nelle politiche energetiche anche la fonte nucleare. Contro naturalmente Verdi e Pd. Ma la presa di posizione si allinea al dibattito in corso anche in sede europea dove il nucleare è stato accolto nella tassonomia verde e nelle tecnologie utili per la transizione ecologica. Sempre più stati e centri di ricerca si rendono conto che affidarsi esclusivamente alle fonti rinnovabili, assai poco dense dal punto di vista energetico e purtroppo intermittenti e quindi non programmabili, significa voler mancare la sfida del “zero net emission”.

 

Serve una fonte in grado di garantire elettricità in modo costante e in grande quantità che accompagni lo sviluppo delle rinnovabili. Ruolo svolto oggi in Europa anche dal nucleare che comunque garantisce il 25 per cento dell’energia elettrica prodotta, ma in grande parte dal carbone (Germania ed est europeo) e dal gas (Italia, Germania, Spagna). Un’ulteriore prova dei limiti delle rinnovabili viene proprio dai dati italiani del 2022. Le rinnovabili dopo vari anni di crescita mostrano una riduzione dell’energia prodotta, nonostante nuovi impianti fotovoltaici, a causa della caduta nella produzione idroelettrica per mancanza di precipitazioni. Situazione che si replicherà nel 2023.  Anche gli obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni decisi dall’Europa per il 2030 e di conseguenza per l’Italia sono destinati a rimanere sulla carta. Né aiutano le fughe in avanti relative all’auto elettrica e alle “greenhouse”. Se si vogliono far coincidere le parole e le buone intenzioni con i fatti la pregiudiziale antinucleare deve cadere. Che questo sia avvenuto anche in Italia grazie a una larga maggioranza su iniziativa di una parte dell’opposizione è un ottimo segno. Prima o poi anche il resto dell’opposizione dovrà fare i conti con la realtà. 

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