Editoriali
La posizione senza senso del governo sul Mes
Le parole di Meloni prima e di Giorgetti poi sul fondo europeo contraddicono quanto affermato dalla Banca d'Italia. E rischiano di far apparire diviso il paese e così di isolarlo
La posizione del governo sul Mes è sempre più indecifrabile. Se il problema è rimangiarsi il populismo dei tempi dell’opposizione, si tratta di un ostacolo tutto sommato superabile (come già saggiamente fatto per altre circostanze). Il problema è invece più grave se si devono prendere sul serio le parole della premier. Giorgia Meloni ha detto che il backstop al Fondo unico di risoluzione – la rete di sicurezza per il fondo di risoluzione, l’innovazione principale della riforma – non sarebbe poi così importante perché “il Mes ha una disponibilità importante ma limitata” e quindi in caso di crisi bancaria “la Bce farebbe la sua parte”, come hanno fatto la Fed negli Stati Uniti per il crac della Silicon Valley Bank e la Banca centrale svizzera per la crisi di Credit Suisse. E pertanto l’Italia dovrebbe usare il potere di veto sul Mes, per ottenere un ruolo più incisivo del Fondo salva stati e un avanzamento dell’unione bancaria. È all’incirca anche quello che ha detto questo pomeriggio il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Sono però parole fuori dalla realtà. Che la riforma del Mes serva a stabilizzare l’Eurozona in caso di crisi bancaria sistemica lo hanno detto il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe e la stessa presidente della Bce Christine Lagarde. Ma soprattutto è ciò che sostiene la Banca d’Italia, che rappresenta il paese nella Bce. Il governatore Visco ha in passato sottolineato “l’importanza di un backstop pubblico”, ricordando che “l’Italia è stata tra gli stati membri più attivi nel sostenere fin dall’inizio” la sua introduzione. Visco ha aggiunto che il backstop è un pezzo importante dell’unione bancaria ma “non esaurisce le modifiche che riteniamo necessarie per completare l’attuale quadro europeo di gestione delle crisi”. Anche Bankitalia, come Meloni, vuole di più, e per questo vede la ratifica del Mes come un necessario passo in avanti. Il veto del governo, da questo punto di vista, non ha senso perché mostra le istituzioni italiane divise e isola il paese in Europa. Non è una mossa sbagliata, è una mossa senza senso.