Editoriali

Cospito interrompe lo sciopero della fame. La vittoria che non c'è e la saggezza

Redazione

L’anarchico ha comunicato la sua decisone al tribunale di Milano senza fornire motivazioni. Il 41-bis non c’entra: mescolare le carte serve solo per accusare Nordio

Alfredo Cospito ha comunicato al tribunale di Milano la scelta di interrompere lo sciopero della fame intrapreso il 20 ottobre scorso e che in verità aveva già attenuato da alcune settimane. Al momento non è stata specificata alcuna motivazione (la protesta nasceva dalla richiesta di revoca del regime di 41-bis cui è sottoposto dal maggio 2022). Politica e media hanno immediatamente legato la scelta di Cospito, celebrata come “vittoria”, alla decisione assunta martedì dalla Consulta che ha dichiarato illegittimo un comma del codice che vietava al giudice la possibilità di “bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti” nella determinazione della pena dell’ergastolo. Va ricordato che una delle due condanne dell’anarchico era stata riqualificata come ergastolo dalla Cassazione in relazione al reato di terrorismo. Il parere aprirebbe dunque a Cospito non tanto le porte del 41-bis, che sono altra faccenda, ma di una pena diversa.

 

In molti, a sinistra, hanno parlato di “vittoria” contro il governo sul 41-bis, operando una falsificazione e una forzatura politiche. Ilaria Cucchi ha dichiarato che “la Corte ha detto esattamente quello che noi sosteniamo da sempre: Cospito non deve essere detenuto al 41-bis… ora mi auguro che il ministro Nordio torni sulle proprie scelte”. Non è così, come ha chiarito anche l’ex Guardasigilli Giovanni Maria Flick, che pure si era sempre espresso per una soluzione all’emergenza: “La Corte si è occupata dell’automatismo con riferimento esclusivamente al tema dell’ergastolo e non a quello del 41-bis che non era sottoposto al giudizio di essa”. Mescolare le carte serve solo per accusare Nordio per il regime cui è tuttora sottoposto l’anarchico. Ma sarebbe ora saggio, da parte di tutti, approfittare della situazione distensiva creatasi per sciogliere qualche nodo: la Corte su un ergastolo forse evitabile, il ministro riconsiderando eventualmente il regime di carcerazione. Da parte dei sostenitori di Cospito, sarebbe utile non millantare inesistenti “vittorie” sul governo.

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