Il presidente della Juventus Ferrero esce dalla sede del Coni (Ansa)

Editoriali

Giustizia sportiva e passi falsi. Il pasticcio inutile del caso Juventus

Redazione

Il ricorso della società torinese è stato parzialmente accolto e i 15 punti per ora restituiti: prudenza avrebbe voluto che si rimanesse in attesa di decisioni capaci di chiarire la situazione. Tutto molto all’italiana, tutto molto evitabile

Mentre il calcio italiano, dopo stagioni magre, sta rialzando la testa a livello internazionale, con ben due squadre in semifinale di Champions League e altre ben impegnate in altre coppe; mentre l’Italia si gioca una chance importante per il suo futuro, con il dossier presentato per la candidatura a ospitare gli Europei del 2032; mentre il ministro dello Sport Andrea Abodi annuncia che gli stadi diventeranno “comunità energetiche”, promettendo di riportare gli impianti delle nostre città al livello qualitativo necessario; mentre insomma una parte del sistema calcio ce la mette tutta per raggiungere risultati, la giustizia sportiva – fin troppo esposta ai venti di un’opinione pubblica ricalcata sulle tifoserie da stadio – annaspa in pasticci da cui avrebbe potuto con maggiore oculatezza stare lontana.

 

Il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni ha rinviato alla Corte Federale d’appello il verdetto sul processo per le plusvalenze bianconere – che era costato alla Juventus 15 punti di penalizzazione. Il ricorso della società torinese è stato parzialmente accolto e i 15 punti restituiti temporaneamente. Un successo parziale per la società, che dovrà attendere (forse a fine maggio) il nuovo giudizio. Con tutte le incertezze meramente sportive che ne derivano, anche per gli altri club. Ma la decisione del Collegio di Garanzia è un ulteriore insuccesso per l’intero sistema. A proposito delle celebri plusvalenze e della vicenda “stipendi”, la squadra del gruppo Exor ha procedimenti di giustizia ordinaria in corso. Prudenza avrebbe voluto che, in questa situazione, la giustizia sportiva rimanesse in attesa di decisioni che, nella sostanza, dovrebbero chiarire con ben altri strumenti la situazione. Ora invece il Collegio di Garanzia deve ammettere che la penalità inflitta – a campionato in corso, altra scelta rivedibile – non è probabilmente corretta. Ma non arrischiandosi a decidere, sceglie di rimandare a un successivo grado di giudizio. Che potrebbe modificare un’altra volta la situazione. Tutto molto all’italiana, tutto molto evitabile.

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