Editoriali
La terza via di Macron sui migranti, al di là delle crisi con Meloni
Parigi prepara una nuova legge sull’immigrazione: un pacchetto di misure efficaci che sarà presentato quest'estate, in grado di conciliare fermezza e umanità, senza cadere negli eccessi demagogici
Attaccare Giorgia Meloni per colpire Marine Le Pen, principale avversario in vista delle delicate elezioni europee del prossimo anno e in orbita presidenziali 2027, quando Emmanuel Macron non potrà più presentarsi all’Eliseo per sopraggiunti limiti di mandato e bisognerà trovare un rivale all’altezza nel grande centro macroniano.+
Ieri, sul Figaro, Stéphane Séjourné, presidente di Renaissance, ha nuovamente preso di mira il capo del governo italiano a pochi giorni dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, affermando che Meloni “fa molta demagogia sull’immigrazione clandestina” e che “la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace”. “L’estrema destra francese prende come modello l’estrema destra italiana. Dobbiamo denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza”, ha aggiunto il leader del partito macroniano. Il durissimo messaggio dell’eurodeputato francese, come riportato dal Figaro, verrà ribadito anche i prossimi 24 e 25 maggio a Roma, in occasione di un seminario di lavoro del gruppo Renew.
E va letto come una strategia rivendicata da parte di Parigi, non più come un’esternazione improvvida: quella di mostrare che esiste una terza via nella gestione dell’immigrazione, che può conciliare fermezza e umanità senza cadere negli eccessi demagogici dei nazionalismi, ma nemmeno nel lassismo dell’estrema sinistra. Anche per questo, due giorni fa, il governo francese ha deciso di anticipare a quest’estate la presentazione della nuova legge sull’immigrazione: un pacchetto di misure efficaci che possa compattare la maggioranza presidenziale, Renaissance, MoDem e Horizons, ma non solo. La scelta di mettere l’immigrazione in cima alle priorità, infatti, è anche un clin d’oeil ai Républicains, il partito gollista, che da tempo invoca un giro di vite soprattutto alla frontiera italiana, dove la pressione migratoria è diventata per molti insostenibile.