Editoriali
Milano e il ballo della sicurezza percepita
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi smorza i toni: “Non esiste un problema di sicurezza”. Il sindaco Sala un po’ concorda un po’ si preoccupa: la politica si divide fra allarmi e minuetti
Non c’è tema politicamente più spigoloso e scivoloso della sicurezza. Ogni volta che le istituzioni sono costrette ad affrontarlo quello che dovrebbe essere un obiettivo comune – “la sicurezza non è di destra né di sinistra” è il mantra – si trasforma in un rituale minuetto in cui diventa difficile fissare le coppie. E ai cittadini, che vorrebbero qualche certezza in più e un po’ di percezione ansiogena in meno, non resta che osservare senza capire. Ma non è solo colpa della “cattiva” politica, è che l’oggetto-sicurezza è sfuggente. Prendiamo Milano, in cui tra stupri in stazione o in discoteca e risse al coltello nelle vie della movida e nelle periferie la percezione è molto peggiorata negli ultimi anni. Ieri il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è andato controcorrente: “A Milano non esiste un problema di sicurezza”. E, per quanto riguarda l’area (criminogena) della stazione, ha affermato: “Nel quadrante della stazione Centrale i reati tipici come furti, rapine e violenze sessuali, sono calati del 39 per cento rispetto al 2019”.
Paradossalmente, è un’analisi che combacia con quella espressa il giorno prima dal sindaco Beppe Sala, che ha spiegato come da mesi un piano concordato tra autorità dello stato ecomune abbia, oggettivamente, diminuito i crimini. E i dati sulla città vanno nella stessa linea. E allora, cos’è che non va? È solo un “problema di percezione e chiaramente di importanza dei singoli reati”, come dice Piantedosi? No, e basterebbe prendere nota di un altro dato: diminuiscono anche le denunce, segno di una poca fiducia dei cittadini. Poi c’è la politica: l’impressione è che per il securitario ministro, minimizzare i guai di Milano sia un po’ un modo per lasciarla in difficoltà (ha promesso 250 nuovi agenti, molto poco). Dall’altra, il comune noto per le politiche di inclusione può promettere solo più vigili urbani (in arrivo) e poco altro. Mentre l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli ha alzato i toni: “Chi delinque deve pagare la pena o tornare al suo paese”, ha detto, suscitando mugugni nel Pd. Percezione e minuetti.