Editoriali
Fermezza bipartisan. Gop e democratici collaborano sul tetto al debito, che utile rarità
Lo speaker repubblicano Kevin McCarthy raggiunge un compromesso con Joe Biden sui tagli alla spesa nel 2025, emancipandosi dalle correnti filo-trumpiane. Una destra centrista esiste, anche se manca il voto del Congresso
Per farsi eleggere speaker del Congresso americano, Kevin McCarthy aveva dovuto mercanteggiare non poco con la destra trumpiana: 15 votazioni, molte promesse, un cedimento allarmante. Visto l’esordio, le aspettative nei confronti di McCarthy erano piuttosto basse, ma oggi questo politico repubblicano ambizioso e navigato sta dando prova di una fermezza inattesa in uno dei negoziati più complicati della legislatura, quello sul tetto del debito – se non si raggiunge l’accordo entro il 5 giugno, l’America va in default. Dopo settimane di scontri e fallimenti, McCarthy si è messo a lavorare in modo collaborativo con il presidente, Joe Biden, e i suoi negoziatori democratici, arrivando a un accordo di massima che è naturalmente il frutto di un compromesso.
Ora lo speaker deve far passare questo accordo alla Camera a maggioranza repubblicana, dove sta incontrando notevoli difficoltà proprio da parte dei suoi grandi elettori. Il Freedom Caucus, il gruppo di deputati più estremisti che non vede di buon occhio gli accordi bipartisan, è agguerritissimo. La pasionaria trumpiana Marjorie Taylor Greene ha spesso invocato un “divorzio nazionale”, la separazione tra stati blu e stati rossi, figurarsi cosa può dire di un testo negoziato con i democratici. Nel merito, gli oppositori avrebbero voluto massicci tagli della spesa pubblica e la soppressione di varie riforme proposte dalla Casa Bianca, ma anche le argomentazioni più valide si perdono nella rivolta contro McCarhty, colpevole di aver parlato con i democratici (c’è già chi ne chiede la sostituzione).
La sorpresa è McCarthy stesso, che pareva legato mani e piedi ai trumpiani e invece è determinato a collaborare – e ha ottenuto di non aumentare le tasse ai miliardari e una riduzione dei fondi destinati all’Agenzia delle entrate. Soprattutto ha mostrato – ed è raro – che una destra centrista esiste e si fa valere anche nell’America delle divisioni. Poi al Congresso e al Senato tutto può ancora succedere, ma intanto questo sussulto bipartisan è già stato molto utile.