Editoriali
La bugia di Bersani (e Conte) sull'Ucraina nella Nato
“Entrare nell'Alleanza vuol dire andare in guerra tutti. Funziona così", ha detto l’ex leader della sinistra, d’accordo con il capo dei grillini su una menzogna anti Kyiv. Le conclusioni saranno pure sensate, ma il presupposto è del tutto fasullo
Pier Luigi Bersani, con la sua parlata semplice e diretta, incarna nei talk-show la figura dello zio buono che dice cose di buonsenso. Ultimamente, interpellato da La7 sull’allarme lanciato da Giuseppe Conte riguardo al percorso agevolato di ingresso dell’Ucraina nella Nato che allontanerebbe la “prospettiva negoziale” e ci renderebbe “tutti coinvolti direttamente nel conflitto”, Bersani ha detto di essere d’accordo con il capo del M5s. “Condivido – ha detto l’ex leader della sinistra – entrare nella Nato vuol dire andare in guerra tutti. La Nato funziona così, dal giorno dopo siamo in guerra. Non credo che Zelensky abbia da guadagnare da una guerra mondiale”. Mai tanto buonsenso si è basato su una così grossa menzogna.
Le conclusioni di Bersani saranno pure sensate, ma il presupposto è del tutto fasullo. Perché mai nessuno ha proposto un ingresso immediato dell’Ucraina nella Nato. Nessun paese membro l’accetterebbe, ma neppure il presidente dell’Ucraina l’ha mai chiesto. Da sempre tutti, e Zelensky per primo, hanno escluso un coinvolgimento diretto dei paesi Nato. Ciò che era in discussione al vertice di Vilnius, e su cui Zelensky avrebbe voluto qualche certezza e dettaglio in più, è la road map per l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Ma tutti sono d’accordo che in ogni caso l’adesione dovrà avvenire non durante il conflitto, ma al termine della guerra. “Tutti i nostri alleati sono d’accordo, il futuro dell’Ucraina è nella Nato”, ha dichiarato il presidente americano Joe Biden a Vilnius. “Sono fiducioso che, dopo la guerra, l’Ucraina sarà nella Nato. Faremo tutto il possibile per realizzarlo”, ha detto Zelensky. Tutto questo è accaduto prima che Bersani si inventasse uno scenario che non esiste nella mente di nessuno, eccetto quella di Conte. Falsificare la realtà può essere il presupposto per il “campo largo” della sinistra italiana, ma non per una pace giusta in Ucraina.
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