Editoriali
In Spagna la nascita del governo passerà per un'operazione "alla Ciampolillo"
La nascita del governo Sánchez passa anche dal prestito di deputati, l’operazione ricorda il tentativo di tenere in vita il governo Conte II nel 2021
La situazione politica in Spagna è complicata. Il re Felipe VI ha dato un incarico al leader del partito più votato, il popolare Alberto Núñez Feijóo, ma la coalizione di centrodestra (Pp Vox e altre forze locali) ha solo 172 seggi, quattro in meno della maggioranza necessaria. Uno in più dei seggi su cui può contare la coalizione di centrosinistra guidata dal premier socialista uscente Pedro Sánchez, capace di sopravvivere a elezioni in cui era dato per sconfitto e di coagulare attorno al Psoe la sinistra di Sumar e forze indipendentiste basche e catalane (Pnv, Bildu, Erc).
L’ago della bilancia, con 7 seggi, sono gli indipendentisti catalani di Junts, il partito dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont, su cui pende un mandato di arresto per il referendum secessionista del 2017. Sánchez ha già ottenuto i sette voti del partito di Puigdemont, che gli hanno consentito di eleggere la presidente della Camera, e uno dei passaggi per farseli dare anche per la formazione del governo è un prestito di parlamentari. L’accordo prevede che il Psoe darà temporaneamente quattro deputati socialisti a Junts per consentire, secondo le regole della Camera, al partito catalanista di formare un gruppo parlamentare, per poi far rientrare i due nel gruppo socialista. E la stessa cosa farà il partito di sinistra Sumar, dando in prestito due deputati a Erc, l’altra formazione indipendentista catalana.
L’operazione ricorda il tentativo, fallito, di tenere in vita il governo Conte II nel 2021, attraverso la creazione di un gruppo di presunti “europeisti”, capeggiati dal mitologico Ciampolillo, che avrebbe dovuto raccogliere i famosi “responsabili”, e che necessitò per la sua formazione del prestito di una deputata del Pd (Tatjana Rojc). Il precedente non è di buon auspicio ma, probabilmente, Sánchez che si è dimostrato un politico molto scaltro riuscirà a spuntarla. In generale, però, l’italianizzazione del sistema politico spagnolo, che nei decenni passati ha avuto un bipartitismo che ha garantito stabilità politica e alternanza al paese, non è un buon segnale per la Spagna.