Editoriali
L'eurocomplotto che non c'è. Sui migranti l'Ue sta dando sostegno a Roma
La presidente della Commissione ha confermato la sua adesione alla strategia di Meloni sugli accordi con paesi terzi e lotta ai trafficanti. Il memorandum sulla Tunisia ha delle regole mentre il presidente Kais Saied prosegue la caccia ai migranti subsahariani, alimentando i flussi verso l’Italia
Alla ricerca di un capro espiatorio per il fallimento della sua politica migratoria, il governo Meloni denuncia un fantomatico “eurocomplotto” per sabotare il memorandum con la Tunisia. Imboccato da fonti di Palazzo Chigi, il Giornale ieri ha avuto l’audacia di indicare come responsabili due deputati del Pd: Brando Benifei e Pietro Bartolo sarebbero la nuova Spectre dell’Ue, più influente e potente di Ursula von der Leyen. In realtà, i due (non ce ne vogliano) contano assai poco a Bruxelles. La presidente della Commissione, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, ha confermato la sua adesione alla strategia di Meloni sugli accordi con paesi terzi e lotta ai trafficanti. Von der Leyen è in contatto con il presidente del Consiglio su Lampedusa. La commissaria Ylva Johansson ha parlato con Matteo Piantedosi ed è pronta a fornire ulteriori aiuti per l’emergenza sull’isola. E la Commissione va avanti per attuare il memorandum con la Tunisia, nonostante le critiche e la decisione di Tunisi di vietare l’ingresso a una delegazione del Parlamento europeo.
Il fatto è che l’Ue funziona secondo delle regole, che vanno rispettate anche con il pacchetto di aiuti alla Tunisia. Serve tempo per presentare e approvare i progetti sulla gestione delle frontiere (105 milioni di euro). Servono riforme per dare il via libera al sostegno diretto al bilancio (150 milioni che la Commissione spera versare entro la fine dell'anno). Il problema non sta a Bruxelles, ma a Tunisi, dove il presidente Kais Saied rifiuta di fare qualsiasi riforma e prosegue la caccia ai migranti subsahariani, alimentando i flussi verso l’Italia. Meloni farebbe bene a interrogarsi sulla scelta di fidarsi troppo di un leader populista come Saied. Potrebbe scoprire che l’eurocomplotto è un autocomplotto. Per capirlo sarebbe bastato ascoltare le parole di Saied a giugno: la Tunisia “non sarà il guardiano delle frontiere” dell’Ue e “non accetterà che migranti si installino sul suo territorio”. Serve tempo ma serve anche una visione concreta per poter ottenere risultati. Per ora purtroppo non si vedono