Editoriali
La destra esulta sui Btp. Ma la spesa per interessi non è un Valore
La maggioranza sembra farsi vanto delle proprie debolezze. I rendimenti così alti (al 4,3 per cento) sono un problema e segnalano una difficoltà del paese.
Tirare un sospiro di sollievo, questo ci sta. Ma esultare, accidenti, sbandierare la cosa come fosse un trionfo: questo appare un po’ eccessivo, un farsi vanto delle proprie debolezze. Ecco insomma che di fronte al buon andamento delle aste sul Btp Valore, la destra stappa bottiglie. E se le beve, pure, evidentemente, a giudicare da come travisa la realtà, o magari la stravolge, sperando che a bersela, la balla e non la bottiglia, sia l’elettorato. Nei primi due giorni dei tre dedicati alle aste annunciate dal Tesoro, sono stati piazzati 9,3 miliardi del Btp Valore quinquennale. La risposta del mercato è stata positiva. E non si può che leggerla nella luce dei rendimenti, che hanno senza dubbio reso interessante il prodotto. Il minimo garantito dal Tesoro è del 4,1 per cento nei primi tre anni, e del 4,5 negli ultimi due, con l’aggiunta di un “premio fedeltà” dello 0,5 per cento. Un rendimento medio annuo che sta intorno al 4,3 per cento. Ben superiore, dunque, a quello garantito dalla prima edizione del Btp valore, di giugno scorso, che aveva una durata di 4 anni e un rendimento medio del 3,7 per cento.
Ora, a destra esultano. Il Giornale sbatte il dato in faccia ai “gufi”, tiè. Il leghista Claudio Borghi, stesso partito del ministro dell’Economia, manda un “Ciaone a Bruxelles”. E proprio qui emergono le assurdità di questo tripudio sovranista. Rendimenti così alti segnalano una difficoltà del paese. E del resto che il servizio al debito sia la più grave incognita che pesa sulle finanze italiane lo riconosce la stessa Nadef, prevedendo un incremento record della spesa per interessi fino al 4,6 per cento del pil nel 2026. E non a caso l’Italia è quella che in questi giorni registra le variazioni giornaliere sui rendimenti dei titoli di stato decennali più alte d’Europa (ieri +13,3 per cento, a fronte del +7,6 della Grecia). Inoltre, riguardo al “ciaone” a Bruxelles, rendimenti così alti dovrebbero semmai far apprezzare ancor più la convenienza per l’Italia del Pnrr, che garantisce prestiti a un costo assai più basso di quello che il Tesoro è costretto a sostenere per attrarre gli investitori.