Editoriali
Parigi e Berlino: basta cortei pro Palestina
Il divieto di manifestazioni antisemite in Francia e Germania, al fianco di Israele
Francia e Germania promettono tolleranza zero per evitare l’importazione del conflitto israelo-palestinese nei loro rispettivi territori, in seguito all’impennata di antisemitismo verificatasi da sabato, giorno dell’attacco terroristico di Hamas contro Israele. Ieri pomeriggio il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha annunciato il divieto di tutte le manifestazioni pro Palestina in Francia, dopo aver comunicato in mattinata i dati inquietanti sulla recrudescenza degli atti antisemiti: più di mille segnalazioni di contenuti antiebraici sulla piattaforma online Pharos e più di cento episodi di antisemitismo che hanno portato al fermo di ventiquattro persone. “In Francia ci sono diversi sostenitori politici di Hamas, anche tra quelli che intervengono a livello mediatico”, ha affermato Darmanin, riferendosi in particolare alle ambiguità antisemite della sinistra giacobina di Jean-Luc Mélenchon. Il pugno duro di Darmanin è un messaggio di rassicurazione alla comunità ebraica dal Marais, il quartiere storico degli ebrei di Parigi, a Sarcelles, comune soprannominato la “piccola Gerusalemme”.
La stessa linea della fermezza è stata adottata dal cancelliere tedesco Olaf Scholz: ieri in un discorso al Bundestag ha detto che “c’è un solo posto per la Germania, quello saldamente al fianco di Israele”, la cui “sicurezza” è “la ragion di stato della Germania”. Scholz, dopo aver condannato l’Iran, senza cui Hamas “non avrebbe potuto attaccare”, ha annunciato che vieterà sul territorio tedesco qualsiasi attività, manifestazione e associazione legata al gruppo terroristico islamista. “Un’associazione come Samidoun, i cui componenti festeggiano in strada i più brutali atti di terrore, sarà vietata in Germania. La nostra legge sulle associazioni è una spada affilata e noi, in quanto stato forte e di diritto, la useremo”, ha aggiunto Scholz, riferendosi alla manifestazione di sabato scorso a Neukölln, a Berlino, degenerata in atti di antisemitismo e dove i partecipanti distribuivano dolci ai passanti per “celebrare la vittoria della resistenza” palestinese.