Editoriali
La Serbia è un problema per l'Unione Europea
Nikola Sandulovic, leader del principale partito di opposizione, il Partito repubblicano, è tornato a casa malmenato, deperito e debole dopo essere stato arrestato in Kosovo. Sono i nuovi anni ’90 di Belgrado?
Nikola Sandulovic è un politico serbo, presidente del Partito repubblicano, e qualche tempo fa si è recato in Kosovo, a Prekaz, a omaggiare le vittime albanesi delle guerre. Il 3 gennaio è stato arrestato e ieri sua moglie lo ha visto tornare a casa in ambulanza, con segni di percosse e torture. I video diffusi mostrano Sandulovic fragilissimo, incapace di stare seduto, sofferente, con lo sguardo spento. Secondo quanto ha raccontato sua moglie sarebbe stato prelevato da uomini dei servizi di sicurezza serbi, poi è scomparso. Di lui la famiglia non ha saputo più nulla fino al suo ritorno drammatico. Se davvero Sandulovic fosse stato prelevato e torturato dalle autorità, all’Unione europea dovrebbe arrivare un segnale di allarme forte perché indicherebbe come il potere serbo stia utilizzando i metodi di Milosevic che seguivano una linea molto chiara: demonizzazione degli oppositori sui media, far agire i servizi di sicurezza con metodi violenti.
In Serbia, dopo le elezioni di fine dicembre, ci sono state settimane di proteste contro i brogli che hanno favorito il partito del presidente. Aleksandar Vucic, che è stato ministro di Milosevic dal 1998 al 2000, si è ritrovato una folla che cresceva di protesta in protesta e ha dato la colpa alle ingerenze di stati stranieri desiderosi di sovvertire le autorità serbe. I serbi però hanno continuato ad andare in piazza e si è diffuso un modo di dire: “Sono iniziati i nuovi anni Novanta”, in ricordo delle repressioni e delle violenze del regime che sarebbe dovuto finire con Milosevic. La storia delle proteste, dei brogli e soprattutto le immagini di Sandulovic distrutto dalle botte sono anche un problema europeo. Vucic ha per anni giocato il ruolo dell’uomo che sapeva stare sia a est sia a ovest, sia a Bruxelles sia a Mosca. L’Ue dovrebbe aver capito che quando un paese si trasforma in regime, difficilmente inverte la strada. E un regime repressivo in Serbia diventerebbe un problema europeo.