Editoriali
Con Attal il governo francese va a destra. Le nomine del nuovo premier
Dopo il rimpasto esce di scena l’ala sinistra della macronia. La mano tesa ai gollisti
Le due grandi sorprese del rimpasto di governo annunciato oggi a Parigi sono Rachida Dati, che a quindici anni dal suo ultimo giorno da Guardasigilli è chiamata a dirigere il ministero della Cultura, e Stéphane Séjourné, segretario generale di Renaissance (il partito macronista), promosso al Quai d’Orsay, ossia al ministero degli Esteri. Star della belle époque del sarkozysmo, Dati arriva al posto di Rima Abdul-Malak, esponente dell’ala sinistra della macronia, che saluta dopo solo un anno e mezzo e un bilancio non certo entusiasmante. La nomina dell’ex Guardasigilli è una mano tesa ai gollisti, il cui sostegno, vista l’assenza di maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale, è imprescindibile per le future riforme, ma la prima reazione è stata dura e i Républicains hanno espulso la Dati. “Buona fortuna agli attori del mondo della cultura, in vista delle difficoltà che attraverseranno”, ha subito attaccato la nemica storica di Dati, Anne Hidalgo, sindaca socialista di Parigi.
La nomina di Séjourné, che era favorito per guidare la lista di Renaissance alle europee, al posto di Catherine Colonna, è invece la ricompensa a un fedele soldato del macronismo. Lo scossone atteso da molti in certi ministeri di peso, in sintonia con la scelta di rupture incarnata dal premier, Gabriel Attal, non è invece arrivato. Bruno Le Maire (Economia), Gérald Darmanin (Interno), Eric Dupond-Moretti (Giustizia) e Sébastien Lecornu (Difesa) restano al loro posto. Escono di scena, invece, i ministri dell’ala sinistra, a partire da colui che, per protestare contro la legge sull’immigrazione, aveva organizzato una cena tra frondisti e lanciato addirittura un gruppo dissidente su WhatsApp intitolato “Valeurs”: Clément Beaune, ministro dei Trasporti e macronista della prima ora. La ministra dello Sport, Amélie Oudéa-Castéra, recupera il ministero dell’Istruzione che fino a martedì era in mano ad Attal. Secondo un’informazione di BfmTv, il premier uscente, Elisabeth Borne, si era vista offrire il ministero della Difesa del governo Attal I, ma ha seccamente rifiutato.
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