Editoriali
La sentenza della Cassazione sul saluto romano è una buona lezione di democrazia
Si condannano i reati, non le opinioni. La pronuncia dei giudici è ragionevole, affida al nuovo processo il compito di verificare se l’atto configura il reato come è definito dalle leggi Scelba e Mancino, o se altrimenti trattasi di solo atto commemorativo
La Corte di cassazione ha deciso che il processo di appello che aveva condannato alcuni militanti per aver fatto il saluto romano alla commemorazione di Sergio Ramelli deve essere ripetuto. Si tratta di un giudizio articolato e di buon senso. In sostanza si è deciso di considerare le circostanze in cui si è fatto il saluto romano, che non è un reato di per sé, se ha intenti commemorativi, lo è solo se è indice della volontà di ricostituire il Partito nazionale fascista, il che è vietato dalla Costituzione e dalla legge Scelba che fu emanata per attuare quel principio, o se configura i reati di odio e persecuzione razziale previsti dalla legge Mancino. In sostanza si riprendono i concetti già espressi in una sentenza della Corte costituzionale del 1958 in cui si diceva che il fatto è reato solo se compiuto in circostanze che configurano la volontà di ricostruire il Partito fascista.
La sentenza è ragionevole, affida al nuovo processo il compito di verificare se l’atto configura il reato come è definito dalle leggi Scelba e Mancino, o se altrimenti trattasi di solo atto commemorativo. In un paese democratico vige la libertà di opinione, nessun orientamento politico può essere condannato in quanto tale, e qui sta la superiorità della democrazia. Solo atti che puntano all’eversione dell’ordine democratico possono e debbono essere sanzionati e la ragionevole sentenza della Cassazione si rifà a questi princìpi. Non è una sconfessione dell’antifascismo, al contrario è una riaffermazione dei valori della democrazia e della libertà, che sono il prodotto reale e permanente della sconfitta del fascismo. Le condotte che è giusto condannare moralmente e politicamente, e il saluto romano è senz’altro tra queste, non sono condannabili giuridicamente a meno che non siano parte di un progetto eversivo che va dimostrato. La democrazia si difende con la democrazia, questo è il senso della sentenza e proprio per questo è sicuramente apprezzabile.
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