editoriali
L'economia americana è on fire
La crescita è alta e sostenuta dai consumi, un segnale forte di salute. Biden deve trovare il modo di usare questi dati per contrastare la percezione degli americani che nelle rilevazioni si dicono preoccupati
L’economia americana è cresciuta del 3,3 per cento nell’ultimo trimestre del 2023, evidenziando una solidità complessiva – il tasso annuale è del 3,1 per cento – che gli economisti non si aspettavano e affossando definitivamente le chiacchiere sulle fragilità della ripresa americana. A trainarla sono stati i consumi: un mercato del lavoro solido e la crescita dei salari (che ha riguardato anche i redditi più bassi) ha fatto sì che gli americani ricominciassero a spendere, anche a fronte di un’inflazione ridotta rispetto ai picchi del 2022 ma ancora presente: i salari hanno comunque iniziato a crescere più dei prezzi. Secondo la Fed di Atlanta, i consumi hanno contributo per circa l’80 per cento alla crescita dell’ultimo trimestre (che è più bassa rispetto al trimestre precedente, che era stata del 4,9 per cento) e ci si aspetta che continueranno a farlo anche nel 2024, anche se a un ritmo meno baldanzoso rispetto al 2023. I rischi restano: nell’ultima settimana i dati sulla disoccupazione sono aumentati, i consumatori hanno speso ma privilegiando i prestiti che potrebbero rivelarsi insostenibili se il mercato del lavoro si indebolisce, gli effetti dei tassi di interesse alti si continuano a sentire e le crisi internazionali potrebbero avere conseguenze interne. Ma gli Stati Uniti crescono e si rafforzano molto più delle economie europee e di quella cinese, in controtendenza rispetto alle previsioni molto più pessimistiche. Ora il presidente Joe Biden deve trovare il modo per contrastare la percezione degli americani che nelle rilevazioni esprimono preoccupazione sullo stato di salute dell’economia nonostante i dati siano positivi da un po’. Nelle ultime settimane qualche segnale incoraggiante per la Casa Bianca c’è stato, ma nell’anno elettorale serve molto di più.
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