Editoriali
L'elezione vuota della Carolina del sud
Trump vuole stravincere, Nikki Halei non accenna a lasciare: non c’è fretta
Donald Trump da settimane dice che oggi sarà il giorno decisivo, il giorno in cui l’unica persona che ha ancora il coraggio di sfidarlo mollerà, così lui diventerà il candidato del Partito repubblicano per il 2024. Se lo dice da solo, glielo dicono i suoi advisor, e lo dice ai suoi elettori, nei comizi spregiudicati e nelle email aggressive. L’idea di uno sfidante interno è già abbastanza offensiva per le sue fantasie autocratiche e la sua morale manichea, e non ha intenzione di spendere altri soldi per le primarie. I giudici gli stanno alleggerendo il portafogli. I soldi che sta raccogliendo vorrebbe spenderli contro Joe Biden, che invece sta toccando nuovi record nella sua raccolta fondi per quella che sarà la campagna elettorale più costosa della storia.
Oggi si vota in Carolina del sud, dove la sfidante Nikki Haley è stata governatrice. In queste settimane lei ha cercato di corteggiare i moderati, gli indecisi, i conservatori che si sono allontanati dal Gop. Lei sa che il suo elettorato è quello dei laureati che vivono in città e non si è messa a cercare di scavalcare Trump a destra. Il candidato anticonvenzionale, esagerato, televisivo, estremista, piace nelle zone rurali, è la solita storia, e oltre che del partito è uno specchio del paese.
Nonostante i sondaggi diano Haley sotto di 30 punti rispetto a Trump, l’ambasciatrice dice che non mollerà. Vuole arrivare al 5 marzo, al Super Tuesday in cui stati meno rurali e più nelle sue corde distribuiranno i loro delegati. “Cioè, non siamo in Russia. Non vogliamo che qualcuno si presenti alle primarie e prenda il 99 per cento del voto, no? Perché tanta fretta? Perché sono tutti nel panico e vogliono che molli questa corsa?”, ha chiesto Haley, che sta continuando a raccogliere cifre discrete nonostante non abbia ancora vinto un singolo stato. C’è ancora un fronte di donatori anti Maga che non è pronto ad arrendersi. Nel frattempo Trump la chiama “cervello di gallina”, non accettando che qualcuno possa volerlo sfidare.
editoriali