Editoriali
L'approccio punitivo della Commissione Ue contro Apple è un manifesto di un'impotenza
Multa record di 1,84 miliardi di euro al colosso americano. La sanzione "riflette sia il potere finanziario di Apple sia il danno inflitto a milioni di utenti europei”. ha detto Vestager. Ma l’effetto deterrente appare poco giustificato
La Commissione europea ieri ha inflitto ad Apple una multa record di 1,84 miliardi di euro per aver abusato della sua posizione dominante nel mercato della distribuzione di app di streaming musicale attraverso il suo App Store. Secondo l’Antitrust dell’Ue, in qualità di monopolista del sistema operativo iOS, controlla ogni aspetto dell’esperienza dell'utente e stabilisce i termini che gli sviluppatori devono rispettare. Sulla base di un ricorso presentato da Spotify, dall’indagine è emerso che Apple vieta agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare gli utenti dell’esistenza di altri servizi di abbonamento più economici disponibili fuori dall'applicazione.
Il comportamento di Apple, durato quasi un decennio, ha costretto molti utenti a pagare prezzi più alti. Di fronte alla prima multa dell’Antitrust dell’Ue, Apple ha accusato la Commissione di non aver presentato “nessuna prova credibile di danno ai consumatori” e di “ignorare le realtà di un mercato che prospera, è competitivo e cresce rapidamente”. Effettivamente la manganellata di Margrethe Vestager sorprende. Non tanto per la decisione in sé di sanzionare Apple (l’obiettivo della Commissione è di aprire gli ecosistemi chiusi), ma per l’entità della multa. Solo 40 milioni di euro derivano dal tradizionale metodo di calcolo. Il resto – 1,8 miliardi, pari a circa lo 0,5 per cento del giro d’affari globale – è una “somma forfettaria aggiuntiva per tenere conto del danno non monetario causato ai consumatori e per ottenere un effetto deterrente”, ha detto Vestager: “La multa che imponiamo riflette sia il potere finanziario di Apple sia il danno inflitto a milioni di utenti europei”.
Tradotto: è una punizione contro un gigante americano di successo. L’effetto deterrente appare poco giustificato: Apple dovrà adeguarsi al nuovo Digital Markets Act già questa settimana, compresa l’apertura del suo ecosistema. Con ogni probabilità sarà un Tribunale dell’Ue a dire se la dottrina punitiva di Vestager ha fondamento giuridico.
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