Editoriali
Il flop di Tim ora è un guaio per il Mef
Il titolo perde il 5 per cento e gli investitori iniziano a porsi domande anche su Kkr
Sta vendendo Vivendi o il mercato? E’ il rebus Tim dopo il nuovo scivolone di ieri in Borsa (meno 5 per cento, seguito al crollo del 24 per cento di giovedì scorso e al piccolo recupero di venerdì). Tornano le voci di “mani forti” che starebbero destabilizzando l’ex monopolista telefonico in procinto di vendere la rete fissa al fondo Usa Kkr. Naturale che sorga il sospetto che ci possa essere l’azionista di riferimento francese dietro a questi movimenti sul mercato azionario, tanto più che ha annunciato di avere svalutato la sua partecipazione in Tim, che equivale sostanzialmente a dichiarare di volersene disfare. Vivendi si è sempre opposta alla cessione dell’infrastruttura di rete e nel momento in cui l’ora X sta per arrivare potrebbe avere deciso di battere in ritirata dalle tlc italiane, investimento che si è rivelato una perdita secca per la società della famiglia Bolloré.
D’altra parte, i conti sul debito di Tim continuano a non tornare. La società ha emesso ieri una nota aggiuntiva, ma il risultato è stato che la pioggia di vendite è ricominciata a battere forte, circostanza che farebbe pensare a vendite diffuse e non da parte di un unico investitore. Per gli analisti, il debito netto della nuova Telecom a fine 2024, cioè una volta venduta la rete, sarebbe di 7,4 miliardi e non di 6,1 miliardi come si aspettavano. Come mai? Ci sono i costi dell’operazione, alcuni oneri provenienti da Tim Brasil e, soprattutto, gli oneri per ripagare il grande debito di oggi che, fino a quando non si concluderà l’operazione con Kkr, ammonterà a oltre 20 miliardi in uno scenario di tassi d’interesse elevati. Ma questo vuol dire anche che Tim continuerà a bruciare cassa fino a quando non avrà alleggerito questa zavorra. Il clima non è dei migliori nell’ultimo miglio del percorso di cessione della rete Telecom in un’operazione che coinvolge anche il Mef. Non è difficile immaginare che a qualcuno potrebbe fare piacere un passo indietro del governo, ma la vicenda di Borsa di questi giorni dimostra che Telecom ha una sola possibilità per sopravvivere e cioè incassare l’assegno di Kkr.
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