editoriali
Fastweb-Vodafone, le nozze che Telecom deve temere
La nascita del nuovo operatore coinciderà con il debutto sul mercato dell'ex monopolista senza la rete fissa: dovrà smettere di bruciare cassa ed essere in grado di reggere la concorrenza
Le nozze tra Vodafone e Fastweb, per la nascita di un nuovo operatore telefonico in Italia, dovrebbero coincidere con il debutto sul mercato di Telecom senza la rete fissa, vale a dire inizio 2025. E rispetto solo fino a qualche mese fa, la navigazione nel mare movimentato dei servizi telefonici si annuncia più sfidante del previsto per l’ex monopolista. La gestione economica sarà complicata dal fatto che la nuova Telecom avrà in pancia, dopo lo scorporo della rete, quasi un miliardo e mezzo in più di debito rispetto alle stime iniziali, circostanza che è stata la causa del tracollo del titolo in Borsa. Dal punto di vista della presenza sul mercato, ora la società dovrà fronteggiare un concorrente più temibile di quanto lo fossero Vodafone e Fastweb separatamente.
Il gruppo che nasce dalla fusione di due gestori telefonici, infatti, promette, come ha dichiarato in un’intervista il ceo della controllante elvetica Swisscom, Christoph Aeschlimann, di offrire servizi innovativi a prezzi competitivi ma soprattutto di unire infrastrutture e competenze tecnologiche per “contribuire alla trasformazione digitale dell’Italia”. Per quanto la dimensione di Telecom, rispetto a quella di Fastweb-Vodafone, resti di gran lunga più grande, questo è un settore che ha già dimostrato che a farsi largo sono le società molto innovative e flessibili. Insomma, Telecom dovrà smettere di bruciare cassa ed essere in grado di reggere la concorrenza, magari, come auspicato da più parti, assumendo un ruolo da protagonista nel risiko tlc.
Intanto, deve prima concludersi la partita della rete sulla quale nei giorni scorsi è calata l’ombra della bocciatura del mercato quando si è capito che i conti sul debito non tornano. Ma le dichiarazioni del ministro Adolfo Urso, che ha definito il progetto Netco “assolutamente sostenibile e competitivo,” ribadendo l’interesse dell’Italia ad attrarre investitori esteri come KKR, pur garantendo la supervisione dei settori di interesse nazionale attraverso il golden power, hanno offerto pieno supporto all’operazione che dovrebbe andare in porto per luglio.