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Editoriali

Il patto con l'avversario: ora Apple chiede aiuto a Google

Redazione

L’iPhone rischia di restare senza IA. Per recuperare l'azienda è scesa a patti con il nemico, Google. Tutto pur di non restare a piedi con Siri 

Da tempo ci si chiedeva cosa avrebbe fatto Apple per recuperare terreno nel campo delle intelligenze artificiali. Un’acquisizione di qualche startup, certamente. Miliardi di investimenti nel settore, sicuro, ma quelli hanno bisogno di tempo per dare frutti. Nessuno si aspettava però che l’azienda arrivasse a scendere a patti con Google, sviluppatrice del chatbot Gemini, che secondo Bloomberg potrebbe finire dentro gli iPhone del futuro per fare da assistente personale basato sulle IA. Il patto col nemico – Google è il proprietario di Android,  principale competitor di iPhone – arriva dopo un primo contatto con OpenAI, quella di ChatGPT, che Apple aveva preso in considerazione, per poi cambiare idea. 


Del possibile accordo Apple-Google non si sanno molti altri dettagli. È possibile però tentare di comprendere la logica dietro la scelta: Google è sicuramente la competizione per Apple, specie in campo mobile, ma OpenAI non è la realtà “indie” che si crede, alle sue spalle c’è Microsoft che ci ha investito almeno 10 miliardi di dollari. La liaison tra OpenAI e Microsoft ha sconvolto gli equilibri del settore, portandoci a uno scenario davvero bizzarro: un iPhone che sfoggia una funzionalità di Google. Se si è arrivati a una possibilità simile è soprattutto a causa delle decisioni di Apple, che si è mossa per prima nel territorio degli assistenti vocali con Siri, prodotto che negli ultimi dieci anni non è stato aggiornato e potenziato, lasciando spazio aperto alla concorrenza. Cosa faceva Apple nel frattempo? Una risposta è arrivata  questo mese, quando l’azienda ha  chiuso il “Project Titan”, il progetto nato nel 2014 per sviluppare una macchina auto-guidante, che ha coinvolto migliaia di persone ed è costato miliardi di dollari in circa dieci anni. Il team che ha lavorato alla Apple Car, si leggeva  su uno stringato comunicato Apple, verrà messo a lavorare sulle IA. Troppo tardi, però. Nel frattempo tocca trattare con il grande avversario pur di non rimanere a piedi con Siri.

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