I parlamentari di opposizione depositano il testo di legge in Cassazione (Ansa)

Editoriali

L'iniziativa populista sul salario minimo di Pd, M5s e Avs svilisce il Parlamento 

Redazione

È surreale che siano i deputati a proporre una legge di iniziativa popolare: è svilente delle istituzioni parlamentari e, soprattutto, della propria funzione. Un problema di metodo, non di merito

Il campo largo (ma non larghissimo delle opposizioni) si mobilita con un’iniziativa singolare: una proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione del salario minimo. Una delegazione di Pd, M5s e Avs ha già depositato il testo in Cassazione e ora si appresta a raccogliere le adesioni nel paese, per introdurre una soglia minima di retribuzione: “Sotto i 9 euro l’ora non è lavoro ma sfruttamento”. Il punto non è il merito, ma il metodo. Azione, il partito di Carlo Calenda, ad esempio è favorevole al salario minimo ma non ha aderito a questa mobilitazione delle opposizioni. L’iniziativa legislativa popolare è  un istituto di “democrazia diretta”, previsto dalla Costituzione, che riconosce ai cittadini, generalmente senza rappresentanza parlamentare, di avviare un procedimento legislativo raccogliendo almeno 50 mila firme. E’ uno strumento poco efficace dal punto di vista pratico, dato che queste proposte difficilmente arrivano a essere discusse e raramente a essere approvate. Ma hanno una certa efficacia politica e mediatica, che ad esempio aveva usato il M5s  delle origini di Beppe Grillo. Ma lo aveva fatto, appunto, quando non aveva eletti in Parlamento (e contro gli eletti in Parlamento).

E’ surreale che ora siano i deputati a proporre una legge di iniziativa popolare: è svilente delle istituzioni parlamentari e, soprattutto, della propria funzione. Non è un caso se la Costituzione, all’art. 71, dica che l’iniziativa legislativa appartiene al governo, “a ciascun membro delle Camere”, ad altri organi ed enti e solo in forma residuale ai cittadini. Nella democrazia parlamentare i deputati delle opposizioni rappresentano già decine di milioni di elettori, molti di più dei 50 mila firmatari. Per giunta, i parlamentari sono pagati dai cittadini proprio per fare proposte di legge. Ci sono molti modi per mobilitare l’elettorato,  presentare una legge di iniziativa popolare da parlamentari è la peggiore: non è solo una diminutio della propria funzione ma anche uno svilimento del mandato elettorale. L’apoteosi del populismo antiparlamentare.