Editoriali
Il dilemma della maggioranza sulla Sugar tax: abolirla o stanziare un altro bonus
Il ministro dell’Economia, Giorgetti, sembra ormai rassegnato a dare il via libera a un’imposta che non condivide, seppure dimezzata, per tamponare i conti pubblici. L'alternativa è quella di ricorrere alle mancette elettorali
Alla fine la Sugar tax si farà? Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sembra ormai rassegnato a dare il via libera a un’imposta che non condivide, seppure dimezzata, per tamponare i conti pubblici. Introdotta dal governo Conte 1 (quando Giorgetti era sottosegretario a Palazzo Chigi) per volere del Movimento 5 stelle e nonostante lo scetticismo della Lega, la sua applicazione venne immediatamente sospesa e rinviata di anno in anno.
Infatti, si tratta di un tributo impopolare, che rischia di danneggiare un pezzo dell’industria agroalimentare italiana, e i cui effetti sono tutt’altro che chiari. Infatti, sebbene le intenzioni siano in teoria pedagogiche – ridurre i consumi di bevande zuccherate – nei paesi che hanno adottato misure simili i risultati sono stati spesso deludenti o addirittura contrari a quelli sperati. Anziché usare meno bibite, i consumatori più a rischio hanno finito per compensare la gabella preferendo prodotti più economici e di qualità inferiore. Il governo Meloni, che nel frattempo aveva spostato la decorrenza della tassa al 2026, si era impegnato a trovare le coperture per abolirla definitivamente.
Adesso, di fronte al boom del deficit causato principalmente dal Superbonus, vorrebbe al contrario anticiparne l’applicazione al primo luglio. Se è una scelta comprensibile, non è una scelta inevitabile: la maggioranza, che contesta Via XX Settembre e non vuole finire per essere considerata responsabile di una imposta non voluta, ha una sola alternativa. Non potendo usare il deficit, cioè i soldi che non ha, è costretta a usare i soldi che ha. Proprio nelle scorse settimane, l’esecutivo ha deliberato una serie di nuovi bonus, tutti di piccole dimensioni e tutti con finalità elettorale. Adesso è il momento di decidere: non potendo avere tutto, i partiti di centrodestra scelgano cosa è più importante: cassare definitivamente un’imposta ingiusta oppure distribuire l’ennesima mancetta? Dal punto di vista del bilancio pubblico, le due opzioni sono equivalenti. Politicamente ed economicamente non lo sono.