Editoriali
I tassisti scioperano contro un governo che non fa nulla per creare concorrenza
Licenza di fuggire dalla realtà. Tutti gli interventi dell'esecutivo hanno avuto come obiettivo quello di tutelare quanto più possibile la corporazione dei tassisti. Eppure, paradossalmente, le auto bianche protestano
Per oggi i sindacati dei tassisti hanno indetto l’ennesimo sciopero, paradossalmente contro i decreti e le norme dei ministri Matteo Salvini e Adolfo Urso. Paradossalmente, perché tutti gli interventi di questo governo hanno avuto come obiettivo quello di tutelare quanto più possibile la corporazione dei tassisti, a scapito dei concorrenti Ncc (noleggio con conducente) vittime di obblighi vessatori. Le sigle dei tassisti arrivano ad accusare il ministro delle Imprese Urso – detto “Urss” per il suo fervore statalista e ostile verso e multinazionali – di favorire le multinazionali come Uber. Insomma, il governo è accusato di aver fatto troppo, quando in realtà ha fatto troppo poco. Ogni misura da parte del governo è stata volta non a risolvere la scarsità di taxi nelle città, problema sollevato più volte dall’Antitrust, ma a favorire quanto più possibile i tassisti. Ogni norma è stata scritta o ritirata sotto dettatura o pressione della corporazione.
Il caso più clamoroso è stato quando Urso, con le città piene di turisti in coda alla ricerca di un taxi, aveva previsto la possibilità di cumulare le licenze pensando di fare una cosa gradita ai tassisti, che invece si sono ribellati perché veniva intaccato un totem della categoria. Così il ministro ha ritirato la norma dicendo esplicitamente che lo faceva su richiesta dei tassisti. Alla fine il ministro partorì un decretino che avrebbe dovuto far aumentare le licenze taxi in pochi giorni, dicendo di aver finalmente risolto un problema “che dura da oltre dieci anni”. A distanza di quasi un anno da quel decreto, non c’è un solo taxi in più in tutta Italia. Tutto è rimasto esattamente come prima, con i cittadini in coda e i tassisti che tengono in ostaggio le città. Urso ha addirittura stanziato incentivi raddoppiati per l’acquisto di nuove auto da parte dei titolari di licenze taxi. Nonostante lo sforzo del governo, i tassisti scioperano con somma ingratitudine. E Salvini, a differenza di altri scioperi nel trasporto locale, non invoca neppure la precettazione.