editoriali
Bravo Blinken, così si ferma Putin
Se Kyiv può colpire l’esercito russo oltre il confine, la guerra si accorcia
In un mese, quattro funzionari di alto livello del ministero della Difesa russo sono stati arrestati per corruzione, l’accusa più semplice, quella che meglio si presta a dare una parvenza di necessità alle epurazioni e quella che può riscuotere anche l’interesse e il plauso della popolazione. Il ministero della Difesa è in ristrutturazione e i segnali del Cremlino indicano che anche per il quinto mandato di Vladimir Putin la guerra sarà centrale, non rallenterà, va avanti con un sistema in cui il capo vuole dei fedelissimi, fidatissimi. Ha spostato Sergei Shoigu a capo di un organo meno rilevante e sta mandando via tutti i suoi collaboratori. Il nuovo ministero della Difesa deve funzionare, deve essere efficiente e tanto basta per capire che Mosca ha mire ampie, non è interessata al negoziato. Ieri ha rimosso anche alcune boe nel fiume Narva che dividevano la Russia e l’Estonia per mostrare che i confini li decide il Cremlino, come vuole, quando vuole.
Per chiarire le sue intenzioni internazionali, Putin ha anche firmato un decreto che delinea la procedura per sequestrare i beni americani se gli Stati Uniti useranno i beni congelati russi per aiutare l’Ucraina. Per chi si ostina a dire che la guerra va avanti perché l’Ue, gli Stati Uniti e quei testardi degli ucraini vogliono combattere, le notizie che vengono dalla Russia dovrebbero essere un chiaro segnale della pervicace voglia di ostilità del Cremlino. Se finora Putin ha continuato a minacciare e bombardare è perché non ha visto risposte abbastanza chiare da parte di quello che considera l’occidente collettivo, che finora ha sì aiutato Kyiv, ma ne ha anche limitato la capacità di azione per non infastidire Putin. Questo tabù sta crollando e secondo fonti del New York Times il segretario di stato Antony Blinken vuole chiedere alla Casa Bianca di permettere all’Ucraina di colpire il territorio russo con armi americane. Il divieto ha impedito all’esercito ucraino di usare missili a lungo raggio contro le forze russe che si ammassavano oltre il confine per attaccare l’oblast di Kharkiv.