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Le conseguenze della semplificazione estrema dell'informazione “da social”

Redazione

Le europee lo hanno confermato: serviranno ancora i giornaloni, con i loro paywall e i loro giornalisti che trovano le notizie, le scrivono, le pubblicano, e sanno anche spiegarle prima di metterle su un post di Instagram

"Ci hanno visti arrivare, ma non sono riusciti a fermarci”, ha detto ieri  la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. E su una cosa  ha ragione: li abbiamo visti arrivare. Nel senso che la vituperata stampa cosiddetta “mainstream”, “i giornaloni”, e anche i giornali senza manie di grandezza, dopo gli anni in cui veniva regolarmente accusata di non sapere interpretare le vicende politiche e “la pancia del paese” (il casus per eccellenza fu l’elezione di Trump, ma in America), negli ultimi tempi le cose le ha invece viste arrivare con chiarezza.

I giornali hanno letto, interpretato e previsto: l’ascesa delle destre in tutta Europa, le posizioni, la polarizzazione; hanno svelato gli scandali e raccontato il dibattito che ci occuperà nel prossimo futuro. Eppure, a guardare i dati, sembra che qualcosa sia mancato: se giornali e approfondimenti, con la loro complessità, sono considerati “respingenti” – ma un po’ di fatica per informarsi i cittadini, giovani o no, dovrebbero accettarla – il semplificazionismo delle card su Instagram, l’informazione via TikTok o i riassunti for dummies hanno invece portato a una discutibile realtà dell’Europa. Quella in cui meno della metà degli italiani va a votare – record assoluto  con il 49,7 per cento di affluenza. Quella in cui nonostante la sacrosanta apertura del voto agli studenti fuorisede, con un sistema macchinoso certo da affinare, solo 19 mila studenti hanno effettivamente votato  (a fronte di 591 mila aventi diritto).

Il primo partito dei pochi giovani andati a votare è il Pd, ma in Francia e Germania gli under 30 hanno votato soprattutto partiti euroscettici e di estrema destra. Resta basso l’interesse per le questioni politiche e per una campagna elettorale fatta con microvideo e meme sui social, notizie spot, curiosità da intrattenimento. Ma la politica è fatta di dialogo e profondità, e ancora una volta per capire quello che è e sarà l’Europa non è sufficiente la semplificazione che illude di aver compreso tutto nel tempo di due card. Serviranno ancora i giornali, con i loro paywall e i loro giornalisti che trovano le notizie, le scrivono, le pubblicano, e sanno anche spiegarle prima di metterle su un post di Instagram.
 

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