Editoriali
Panetta invoca cautela, ma la Bce dovrà valutare anche il voto in Francia
Il governatore della Banca d’Italia, che per molto tempo s’era assunto il ruolo di colomba adesso sembra in sintonia con l’ultimo messaggio di Christine Lagarde secondo la quale il taglio dei tassi è per il momento sufficiente
It’s the politics, stupid. Si potremmo sintetizzare così l’intervento di Fabio Panetta a Helsinki alla conferenza sulla politica monetaria organizzata dalla Bank of Finland. Il governatore della Banca d’Italia, che per molto tempo s’era assunto il ruolo di colomba, spingendo il consiglio della Bce a ridurre i tassi d’interesse, adesso sembra in sintonia con l’ultimo messaggio di Christine Lagarde secondo la quale il taglio dei tassi è per il momento sufficiente.
L’inflazione continua la sua discesa berso l’obiettivo del 2 per cento, tuttavia ai pericoli che mesi fa venivano dalla spinta delle materie prime e, in alcuni paesi come la Germania, dai salari, si è sostituita adesso l’incertezza politica. “I rischi politici e geopolitici rimangono elevati e richiedono consapevolezza, flessibilità e piani d’azione in base alle circostanze”, queste le parole di Panetta. Siamo a pochi giorni dalle elezioni politiche francesi e l’onda d’urto arriva da Parigi. Ma non solo. “Considerato lo stato attuale delle relazioni internazionali, dobbiamo sperare, ma non certo dare per scontato, che in futuro il panorama globale sarà più stabile di quanto non sia stato negli ultimi due anni”. Quindi, “le banche centrali dovrebbero essere pronte ad affrontare le conseguenze di tali shock se e quando si materializzano”. Guardia alta e avanti con giudizio. “L’area euro è riemersa da una tempesta perfetta”, ha detto il governatore lasciando intendere che un’altra tempesta potrebbe arrivare presto, non solo per le elezioni americane di novembre, ma per quelle in Europa.
La sua cautela è comprensibile, difficile però che possa essere accolta a Parigi: sia che vada al governo la destra sia che il quadro politico resti ancor più frastagliato, la Francia ha bisogno di una riduzione dei tassi, con un deficit del 5,3 per cento che l’ha portata in procedura d’infrazione e un debito arrivato al 112 per cento e previsto in crescita. Ne ha bisogno anche l’Italia per le stesse ragioni e per un rating ben inferiore mentre la congiuntura si raffredda. La politica ha le sue ragioni che la ragione spesso non capisce.