Editoriali
Il tempo finito del premier francese Attal e le trattative del fronte repubblicano
La prossima settimana Emmanuel Macron accetterà le dimissioni del suo capo di governo, che ora si candida come capogruppo dei deputati macronisti di Renaissance
Martedì o mercoledì prossimo, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, accetterà le dimissioni di Gabriel Attal dal suo incarico di capo del governo. Il bravo allievo del macronismo, primo ministro da gennaio, si era presentato all’Eliseo con le dimissioni in mano già lunedì scorso, subito dopo il secondo turno delle elezioni legislative anticipate. Ma il capo dello stato le aveva respinte, chiedendogli, “per ora”, di continuare a ricoprire il suo ruolo “al fine di garantire la stabilità del paese”. Come riportato da Politico Europe, la scelta potrebbe essere legata a questioni di calendario. Il 18 luglio è il giorno in cui si terrà l’elezione del nuovo presidente dell’Assemblea nazionale. E affinché i ministri eletti o rieletti come deputati possano partecipare a questo voto decisivo, il governo deve essere “dimissionario” e passare in “affari correnti”, cosa che non è ancora avvenuta. Tenuto conto che la maggioranza uscente ha solo 168 deputati, Macron non ha alcuna intenzione di privarsi dei voti dei 17 ministri eletti alle legislative.
Intanto Attal si è ufficialmente candidato come capogruppo dei deputati macronisti di Renaissance. “Ho l’onore di presentarvi la candidatura alla presidenza del nostro gruppo”, ha scritto in una lettera a tutti i neoeletti. “Con lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e le elezioni legislative anticipate abbiamo rischiato di scomparire”, ha aggiunto Attal, che propone di ribattezzare Renaissance con il nome di Ensemble pour la République. Oltre ai nomi di Olivier Faure, segretario del Partito socialista, e Clémence Guetté, deputata della France insoumise, si fanno largo a sinistra due nuovi profili per Matignon, più concilianti, che potrebbero sbloccare l’impasse delle trattative tra i partiti del Nuovo fronte popolare: quello di Marine Tondelier, segretaria dei Verdi, e quello di Huguette Bello, presidente del Consiglio regionale della Réunion (territorio d’Oltremare) ed esponente del Partito comunista francese.