Editoriali
Si riducono gli anticipi pensionistici, governo Meloni tendenza Fornero
Chiamatela 'Quota Giorgetti': serviva un esecutivo di centrodestra, per avvicinare sempre di più il paese alla piena attuazione di una delle riforme più osteggiate dal centrodestra
Da oltre dieci anni, uno dei principali punti del programma del centrodestra, soprattutto di Matteo Salvini, è stato: “Cancellare la Fornero”. Serviva invece un governo di centrodestra, con il vicesegretario della Lega Salvini come ministro dell’Economia, per avvicinare sempre di più il paese alla piena attuazione della riforma Fornero. Secondo i dati dell’Inps, infatti, le pensioni anticipate liquidate nei primi sei mesi dell’anno sono state 99.707, con un calo del 14,15 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023, quando ne erano state liquidate 116.143. Il merito – la colpa, avrebbe detto il centrodestra qualora si fosse trovato all’opposizione – è del governo. Nello specifico della stretta sulle regole sul pensionamento anticipato rispetto all’età di vecchiaia inserita nella passata legge di Bilancio.
Il calo è dovuto soprattutto all’allungamento delle cosiddette “finestre” per Quota 103, ovvero il periodo che bisogna attendere una volta raggiunti i 62 anni di età e i 41 di contributi per richiedere l’anticipo pensionistico, che per i lavoratori privati sono passate da tre a sette mesi mentre per i pubblici da sei a nove mesi. Ciò significa che nel 2024 ancora nessuno di coloro che ha raggiunto i requisiti per Quota 103 è potuto andare in pensione dato che la prima uscita è prevista il primo agosto, mentre ci è andato chi ha raggiunto il requisito di 42 anni e 10 mesi di contributi. Ma, molto probabilmente, l’effetto non sarà semplicemente quello di un ritardo delle uscite. Perché, oltre all’allungamento delle “finestre”, il governo Meloni ha introdotto anche il calcolo contributivo, che comporta un disincentivo economico.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nei giorni scorsi ha detto chiaramente che si parla troppo di anticipi pensionistici e troppo poco del trend demografico, che è l’architrave della sostenibilità del sistema. La sua azione è stata conseguente, ma sarebbe stato preferibile che il suo partito nell’ultimo decennio avesse fatto un po’ meno di quella propaganda populista che ha avvelenato il dibattito.
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