Editoriali
Dopo le violenze, nel Regno Unito Starmer promette giustizia anche online
Le fake news sono un’arma. Prima le istituzioni occidentali riconosceranno il problema serissimo della manipolazione dell’informazione, cercando dei metodi per contrastarla, prima saremo al sicuro
Ieri il primo ministro inglese Keir Starmer ha presieduto il Cobra meeting, la riunione di emergenza del gabinetto inglese. Questo è il livello di gravità dell’ordine pubblico nel Regno Unito, dopo che durante il fine settimana diverse città – da Londra a Manchester, da Hartlepool ad Aldershot, passando per Hull, Liverpool, Leeds, Bristol, fino a Belfast – sono state vittime dei peggiori disordini civili degli ultimi tredici anni. Starmer ha detto che “il diritto penale si applica online come offline”, e ha promesso risposte immediate anche con la creazione di task force di forze dell’ordine specializzate: “Qualunque sia la motivazione apparente, questa non è una protesta, è pura violenza”, ha detto. Negli ultimi giorni la situazione nel Regno Unito è andata fuori controllo, dopo che un diciassettenne ha ucciso tre bambine e ha ferito diverse persone a un evento di danza e yoga per bambini a Southport, la scorsa settimana. La violenza è stata alimentata soprattutto online, da gruppi anti immigrazione e anti islam che si sono organizzati quando ha iniziato a circolare la notizia, sui social media ma non solo, che l’attentatore fosse musulmano.
Il diciassettenne è in realtà di Cardiff, nato da genitori ruandesi, e non avrebbe nulla a che fare con l’islam. Ma la realtà dei fatti non ha convinto i violenti, che domenica, per esempio a Rotherham, hanno assaltato e dato alle fiamme un hotel per migranti. Quasi 400 persone sarebbero già state arrestate, ma Starmer ieri ha individuato il problema: la disinformazione, forse manipolata da qualcuno che ha tutto l’interesse di ricreare i disordini del 2011 nel paese. Un sito chiamato Channel3, che ha dato per primo la fake news, sembra avere collegamenti con la Russia, e pure secondo Richard Dearlove, ex capo dell’MI6, le bufale che hanno fomentato le violenze di questi giorni farebbero parte della guerra ibrida delle grandi potenze anti occidente. Prima le istituzioni occidentali riconosceranno il problema serissimo della manipolazione dell’informazione, cercando dei metodi per contrastarla, prima saremo al sicuro.