Editoriali

Israeliani non graditi a Nagasaki

Redazione

Mentre alla cerimonia sono presenti gli iraniani. Decisione vergognosa

Rahm Emanuel, l’ambasciatore americano in Giappone, non parteciperà oggi alla cerimonia annuale commemorativa della pace di Nagasaki, poiché Israele non è stato invitato all’evento. Il sindaco di Nagasaki, Shiro Suzuki, ha spiegato che la decisione di escludere gli israeliani era necessaria per “garantire che la cerimonia rimanesse pacifica e focalizzata sul ricordo delle vittime”. Dal 2022, Russia e Bielorussia sono state escluse a causa dell’invasione dell’Ucraina. Ora anche Israele è omesso. 

“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’autodifesa di Israele non sono moralmente equivalenti”, ha detto Rahm Emanuel. L’elenco delle nazioni invitate includono Siria, Yemen, Venezuela, Cina, Myanmar e Afghanistan. Ma la cosa più controversa è che l’ambasciatore iraniano è stato invitato nonostante la designazione dell’Iran come principale sponsor del terrorismo da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, tra cui dovrebbe esserci anche il Giappone. Anche gli ambasciatori di Francia, Italia, Inghilterra, Australia e Canada salteranno la cerimonia. 

Suzuki aveva inviato una lettera all’ambasciata israeliana per un cessate il fuoco immediato a Gaza, sottolineando il costo umano del conflitto  che “i cittadini di Nagasaki conoscono dalla loro stessa storia”. Suzuki è figlio di sopravvissuti alla bomba atomica. Un Iran nucleare, a cui la Repubblica islamica degli ayatollah sarebbe già arrivata da tempo se non fosse stato per le sanzioni e la pressione militare,  significherebbe la caduta dei due tabù del dopoguerra: mai più Auschwitz e mai più Hiroshima. Perché i dirigenti di Teheran hanno promesso di voler cancellare lo stato ebraico dalla faccia della terra e, con il potere dell’atomica, sarebbero in grado di farlo. Che l’anniversario di Nagasaki si celebri con la presenza degli iraniani e l’assenza degli israeliani la dice lunga sulla vecchia strada dell’inferno lastricata di buone intenzioni pacifiste. 

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