Editoriali
Le scorciatoie di Nordio sulle carceri
Le proposte sbrigative del Guardasigilli contro il sovraffollamento
Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ribadito di avere in mente dei “progetti che vogliamo illustrare al capo dello stato” contro il sovraffollamento nelle carceri. Le parole del Guardasigilli sorprendono per due motivi. Il primo è che soltanto una settimana fa il Parlamento ha convertito in legge il decreto predisposto dal governo proprio per affrontare in maniera urgente (come implica la natura stessa del provvedimento) l’emergenza carceraria, fatta di 61 mila detenuti per 47 mila posti disponibili, 66 suicidi da inizio anno e condizioni fatiscenti degli istituti di pena. Non si era mai visto un ministro annunciare nuove misure a fronte di un decreto legge appena approvato sulla stessa materia. In questo modo, Nordio sembra ammettere che il decreto appena approvato non basta.
Il secondo motivo di sorpresa è dovuto alle anticipazioni fatte nell’intervista dal ministro: “Se mettiamo assieme la possibilità per i tossicodipendenti di andare in altre strutture, con quella di far tornare nel proprio paese i detenuti stranieri, sulla quale stiamo lavorando notte e giorno, assieme alla Farnesina, possiamo arrivare a 15-20 mila detenuti in meno. Ecco risolto il sovraffollamento”. La riflessione appare a dir poco sbrigativa. La proposta più problematica è senza dubbio quella sui detenuti stranieri, se si pensa alle note reticenze dei paesi terzi a siglare intese finalizzate a rimpatriare propri cittadini detenuti all’estero. Favorire, invece, il trasferimento di tossicodipendenti in strutture specializzate potrebbe avere un impatto importante sul sovraffollamento carcerario, se si considera che circa un terzo dei detenuti ha problemi di dipendenza da sostanze. Il punto è definire un piano dettagliato e realizzabile. Nordio ha già preparato un progetto? E, soprattutto, c’è accordo fra gli alleati di governo? Il resto sono chiacchiere.