Jerome Powell, presidente della Federal Reserve (laPresse)

Editoriali

Buone notizie dall'inflazione Usa. La recessione si allontana, ora occhio ai tassi

Redazione

Una buona notizia per Harris, un argomento in meno per Trump. Adesso la Fed può concentrarsi sulla sua seconda missione, cioè la promozione della piena occupazione

Nel mese di luglio, il tasso di inflazione negli Stati Uniti si è assestato al 2,9 per cento in termini tendenziali, 0,1 punti percentuali al di sotto delle previsioni. In particolare, la componente di fondo – cioè misurata al netto degli elementi più volatili del paniere dei prezzi, quali energia e alimentari – è cresciuta del 3,2 per cento negli ultimi dodici mesi e ha segnato un modesto +0,2 per cento rispetto a giugno. E’ il terzo mese di fila in cui il tasso congiunturale di inflazione si mantiene su questi livelli e il primo in cui l’inflazione complessiva scende al di sotto del 3 per cento. Questi dati confermano che la terapia adottata dalla Fed, che nell’ultimo anno ha mantenuto i tassi tra il 5,25 e il 5,5 per cento, sta finalmente dando i suoi frutti e rende più probabile un taglio dei tassi nel futuro prossimo, sebbene ci siano ancora alcuni elementi da non sottovalutare.

Da un lato, i prezzi degli immobili crescono a una velocità superiore a quella dell’indice dei prezzi al consumo (il che significa che sono compensati dal rallentamento nella dinamica dei prezzi di altri prodotti). Dall’altro lato, la disoccupazione continua a salire, seppure a un ritmo moderato: dal 3,7 per cento di inizio anno si è arrivati al 4,1 per cento di giugno e al 4,3 per cento di luglio. Gli occhi degli analisti si concentrano dunque su questo dato, che pure può trovare una giustificazione nel licenziamento temporaneo di un certo numero di lavoratori che torneranno occupati nel giro di sei mesi. L’aumento della disoccupazione, a ogni modo, suggerisce che il rischio di una recessione non è ancora del tutto scongiurato, sebbene oggi si tenda a considerarlo meno realistico. Il calo dell’inflazione consente alla Fed di concentrarsi sulla sua seconda missione, cioè la promozione della piena occupazione. Nel complesso, quindi, lo scenario sembra incoraggiante, il che rappresenta anche una buona notizia per Kamala Harris. Un rallentamento eccessivo potrebbe essere utilizzato da Trump per attaccare l’amministrazione uscente, mentre una buona performance rafforza la candidata dem.

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