Foto Getty

Editoriali

Il test dell'auto elettrica cinese: la sicurezza economica dell'Ue alla prova

Redazione

A Bruxelles si vota sui dazi europei sulle auto importate dalla Cina. All'orizzonte c'è una possibile guerra commerciale, anche se la Commissione avrebbe già avviato un confronto con Pechino, nel tentativo di neutralizzare la crisi e definire dei prezzi minimi concordati

Oggi a Bruxelles si vota sui dazi proposti dalla Commissione europea contro le importazioni di automobili elettriche cinesi, ed è molto probabile che la proposta verrà approvata grazie ai voti positivi già annunciati da parte del governo italiano, francese, greco e polacco, come anticipato ieri da Reuters. La Commissione europea vuole regolarizzare il mercato interno dell’auto, limitando la concorrenza sleale esercitata da parte dei colossi cinesi come BYD e Geely ipersussidiati dal governo centrale di Pechino. Il problema è che per la Repubblica popolare cinese l’export di auto elettriche è una questione di sicurezza nazionale, una priorità dell’economia: l’elettrico è uno dei settori su cui Pechino ha investito moltissimo per rendere il resto del mondo dipendente dalla propria produzione.

E cinque anni di dazi fino al 45 per cento sulle auto elettriche importate dalla Cina rischiano di essere una dichiarazione di guerra (commerciale) dell’Ue contro la Repubblica popolare, che ha già minacciato e a volte aperto indagini su scorrettezze commerciali in diversi settori di esportazione dei paesi europei (dal brandy francese alla carne ai prodotti caseari), tentando la via coercitiva per far tornare Bruxelles sui propri passi. Secondo Politico, però, la Commissione ha un piano per evitare la guerra commerciale da parte cinese e allo stesso tempo riequilibrare artificialmente il mercato dell’auto europeo: nelle ultime settimane si sono intensificati i colloqui con funzionari ad alto livello cinesi ed europei, e sebbene i dazi sull’auto elettrica andranno avanti, la Commissione ha in programma di far accettare a Pechino la definizione di prezzi minimi concordati. A quel punto, se le parti saranno d’accordo, la Commissione potrà ritirare i dazi. Non è detto che la Cina accetti, ma questa vicenda è il test più importante di sicurezza economica della Commissione Ursula von der Leyen, divisa fra gli interessi nazionali dei singoli paesi (Germania in primis, contraria alle misure) e un’idea chiara della rapacità della Cina.

Di più su questi argomenti: