Editoriali
Occhio ai certificates. Banca d'Italia avvisa le famiglie sui rischi dei nuovi strumenti bancari
"Si tratta di strumenti di difficile valutazione che possono esporre i detentori a perdite consistenti in caso di scenari avversi”, dice Palazzo Koch nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria
La Banca d’Italia, nell’ambito del rapporto sulla stabilità finanziaria, ha evidenziato un potenziale rischio nel risparmio delle famiglie. Sono i certificates, strumenti finanziari emessi dalle banche, la cui presenza nei portafogli dei privati è cresciuta notevolmente a partire dal 2022, fino a rappresentare il 12 per cento dei titoli di debito complessivamente detenuti. I certificates, strumenti complessi e relativamente rischiosi, dice la Banca d’Italia, hanno raggiunto i 56 miliardi a giugno scorso (a metà del 2023 erano 44 miliardi). In pratica, rappresentano la seconda categoria di investimenti in titoli di debito dopo i Btp, che sono arrivati al 13 per cento (quasi il doppio rispetto a un paio d’anni fa, quando si è insediato il governo Meloni).
La vendita dei certificates da parte delle banche è cominciata qualche anno fa, ma è nel 2024, rileva Palazzo Koch, che si è verificata un’ulteriore significativa crescita dei collocamenti acquistati prevalentemente da famiglie nel momento in cui queste hanno cercato di spostare la liquidità dai conti correnti per proteggerla dall’inflazione (fenomeno che ha riguardato soprattutto la fascia di reddito più elevata). Quali sono i rischi? Il rapporto di Bankitalia non entra nel dettaglio ma segnala che “si tratta di strumenti di difficile valutazione che possono esporre i detentori a perdite consistenti in caso di scenari avversi”. Insomma, molto dipende dai mutamenti del contesto.
L’Italia, pur in una situazione macrofinanziaria stabile dallo scorso aprile, resta esposta a choc esterni riconducibili alle forti tensioni internazionali. L’esposizione a questi fattori è amplificata dal debito pubblico alto e dalla scarsa crescita dell’economia, anche se questa può essere stimolata dalla riduzione dei tassi. Sui certificates non c’è un vero allarme, ma è significativo che la Banca d’Italia alzi la guardia su prodotti commercializzati dal sistema bancario che, tra l’altro, potrebbe vedere presto una contrazione della redditività a causa dei tagli dei tassi e un deterioramento del credito sul fronte dei prestiti alle imprese.