Editoriali
Il cortocircuito di Scholz sull'auto
Gli scioperi in Germania costringono l’Spd a un bagno di realtà sui temi green. Perché un sostegno esplicito a forme di lotta radicali potrebbe essere controproducente, mentre una posizione moderata avrebbe effetti negativi sulla base organizzata dei lavoratori
Il sindacato tedesco ha iniziato “una lotta durissima” per contrastare i tagli di lavoratori e di impianti annunciato dalla Volkswagen, si parla addirittura di uno sciopero a oltranza, che avrebbe anche effetti sociali e politici rilevanti, visto che coinvolge 300 mila dipendenti diretti dell’azienda e avrà ricadute anche sull’indotto. Il governo, che ha tentato una mediazione senza speranza solo all’ultimo momento, non viene direttamente contestato dal sindacato, che ha uno stretto legame con la Spd del cancelliere in carica ma che dovrà affrontare lezioni a marzo avendo perso la maggioranza in Parlamento. Tuttavia è evidente che l’accettazione tedesca del gran deal europeo che fissa una data assai ravvicinata per l’esclusione degli autoveicoli a benzina o diesel, è una delle cause principali della crisi del settore in Europa, il che obbligherà il governo nei suoi ultimi mesi a appoggiare le proposte di riforma di quelle norme antiproduttive.
Ci sarà anche un effetto politico, determinato dalla preoccupazione della base operaia dei sindacati, che esprime una profonda insoddisfazione per l’azione del governo e per il fallimento dei sistemi di concertazione. Il cancelliere Olaf Scholz sembra paralizzato, si è battuto con successo per ottenere la conferma della sua candidatura per le imminenti elezioni, ma non è riuscito, almeno fino ad ora, a definire una linea di condotta in grado di affrontare la crisi industriale, che colpisce anche altri settori oltre quello automobilistico. Il suo partito tradizionalmente appoggia le lotte sindacali, ma questa volta non è chiaro come si comporterà, perché un sostegno esplicito a forme di lotta radicali potrebbe essere controproducente, mentre una posizione moderata avrebbe effetti negativi sulla base organizzata dei lavoratori, che in Germania è assai ampia. Da questa situazione possono avvantaggiarsi gli estremisti di sinistra ma anche quelli di destra, che contestano globalmente l’Ue, il che può ampliare il vantaggio della Cdu-Csu sulla Spd, già consistente secondo i sondaggi e i più recenti esiti delle votazioni nei lander. Così la Germania si avvia a un avvitamento politico simile a quello della Francia.