Editoriali
Il dissenso di Rowling sul suicidio assistito
Come Gordon Brown da sinistra, la scrittrice critica le derive dell’eutanasia
Il Parlamento britannico ha dato il primo via libera al disegno di legge che rende legale il suicidio assistito per i malati terminali maggiorenni. Dopo il voto, il disegno di legge dovrà passare un altro ciclo di audizioni, un ulteriore esame e votazioni in entrambe le Camere. Contro il provvedimento si sono schierati nel Labour sia il ministro della Sanità, Wes Streeting, sia la ministra della Giustizia, Shabana Mahmood. A favore invece David Cameron, primo ministro Tory all’epoca della bocciatura della proposta del 2015. Contrario anche l’ex premier laburista Gordon Brown, che ha riportato all’attenzione dei media la tragedia personale quando perse la figlia appena nata. E arriva anche un altro dissenso.
E’ quello di J. K. Rowling, la scrittrice di provata fede liberal, ma che già sulla critica al gender ha scatenato un putiferio a sinistra. “In Belgio e nei Paesi Bassi il 70-80 per cento delle persone sottoposte a eutanasia per una patologia psichiatrica sono donne”. Un retweet di Rowling. Poi di un medico: “Sono un medico e ho una disabilità. I medici non hanno il tempo o la comprensione per proteggere le persone disabili dal suicidio assistito”. Poi Rowling ha ripostato l’esperto olandese di suicidio assistito, il professor Theo Boer: “Ho visto questa pratica evolversi, passando dall’essere un’eccezione all’eutanasia che diventa una regola”. Boer sta dicendo che la legalizzazione dell’eutanasia “mette in moto una nuova dinamica” di domanda e offerta. E Rowling, come altri a sinistra, teme che a rimetterci saranno i più deboli, i disabili fisici, i malati psichiatrici, le donne. Si tratta del famoso argomento del piano inclinato: s’inizia con i malati terminali maggiorenni e coscienti e si finisce con i disabili fisici e psichici, come in Olanda e in Belgio. E magari con una ragazza sopravvissuta all’attentato di Bruxelles che non voleva più vivere.
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