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Editoriali

L'ipocrisia di Orbán sulla Georgia

Redazione

Il premier ungherese vuole dire ai georgiani che sostiene le loro aspirazioni a essere europei, ma nello stesso tempo per Tbilisi è meglio che l’Ue si faccia i fatti i suoi

Il ministro degli Esteri dell’Ungheria Péter Szijjártó ha detto che Budapest porrà il veto alle sanzioni europee che prendono di mira il ministro dell’ Interno e i capi della polizia della Georgia. Ha definito la proposta “assurda e ingiustificata” : “Ci opponiamo all’aggiunta di funzionari georgiani a qualsiasi elenco di sanzioni. Se dovesse presentarsi un suggerimento del genere, l’Ungheria lo bloccherà, questo è certo”. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán era stato il primo a presentarsi a Tbilisi dopo il risultato delle elezioni che dava il partito di governo uscente Sogno georgiano primo con molti punti di distacco dalle opposizioni, che avevano denunciato brogli e irregolarità. La presidente della Georgia Salomé Zourabichvili aveva detto di non riconoscere il voto, ma poco importava, perché già il premier di un paese dell’Unione europea si era catapultato a stringere la mano al premier Irakli Kobakhidze. I georgiani avevano iniziato a rispondere alle mosse del governo con qualche manifestazione.

Era ottobre, di cose ne sono cambiate molte: Sogno georgiano ha sospeso i colloqui con l’Ue, i georgiani hanno iniziato a manifestare più di prima, con proteste continue, insonni, partecipate. Il governo ha iniziato a rispondere alle manifestazioni con violenza, arresti di oppositori, intimidazioni. Se l’Ue decidesse di imporre sanzioni sul ministro dell’Interno e il capo della polizia sarebbe una misura più che giusta e neppure Orbán, che aveva trovato il modo perfetto per silenziare i suo oppositori senza torcergli un capello potrebbe essere contrario. Invece il premier ungherese è maestro dei giochi doppi e sa bene che con queste premesse i suoi alleati di Sogno georgiano stanno allontanando il paese da Bruxelles. L’Ungheria gode di tutti privilegi dell’essere un paese membro nonostante l’atteggiamento del suo governo, ora Orbán vuole invece dire ai georgiani che sostiene le loro aspirazioni a essere europei, ma nello stesso tempo per Tbilisi è meglio che l’Ue si faccia i fatti i suoi.