Editoriali

Se Hamas non detta più le condizioni sulla tregua è perché Israele non ha mai ceduto

Redazione

Con la visita di Sullivan in Israele arrivano i primi spifferi sensati di un accordo sugli ostaggi. Grazie alla tenacia dello stato ebraico

Il consigliere per la sicurezza nazionale Jack Sullivan è arrivato in Israele, il suo viaggio in medio oriente sarà lungo, alla ricerca di un accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani che si trovano ancora nella Striscia di Gaza e il cessate il fuoco. Il movimento dei mediatori tra Israele, Qatar ed Egitto è continuo e se questa volta qualcosa si muoverà dopo i ripetuti “no” di Hamas”  è perché l’organizzazione della Striscia non ha più alcun peso da mettere sul tavolo dei negoziati. Nonostante la guerra a Gaza sia iniziata per la carneficina che Hamas ha compiuto il 7 ottobre contro Israele e nonostante il gruppo non potesse competere con la risposta di Tsahal, ha continuato a pretendere di poter dettare le condizioni, pensando di poter usare anche il grande sentimento anti israeliano del mondo occidentale per fare pressione contro lo stato ebraico. Secondo gli ultimi resoconti, Hamas avrebbe finalmente ceduto su due questioni: la permanenza delle truppe israeliane dentro Gaza dopo l’inizio del cessate il fuoco e i tempi per la liberazione degli ostaggi. Non è detto che il gruppo sia pronto ad accordarsi, tante volte ha alimentato speranze false, ma se ora abbandona alcune posizioni inaccettabili è perché Israele non ha ceduto alla tirannia delle sue richieste, ha dato la caccia ai suoi leader più in vista ovunque si trovassero, ha eliminato Hezbollah in Libano. Non sappiamo se l’accordo verrà concluso o no, ma se Israele avesse accettato le pressioni delle piazze occidentali, oggi a Gaza ci sarebbe un Hamas forte, retto da Sinwar celebrato come colui che ha umiliato lo stato ebraico e liberato  prigionieri palestinesi accusati di terrorismo. Nell’accordo che Sullivan sta negoziando, lo scambio tra ostaggi e prigionieri rimane, ma i numeri pretesi da Hamas cambiano. Israele, pagando un prezzo molto alto, ha fatto il suo, adesso tocca agli altri attori dell’area:  se vorranno un medio oriente  stabile  non possono tollerare il ritorno al potere di quel che rimane di Hamas .

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