Editoriali
Fatah contro Hamas. Scontro per il futuro della Striscia
Gaza avrebbe dovuto cambiare la Cisgiordania? Può accadere il contrario. Ma per evitare il vuoto politico una volta finita la guerra l’Anp dovrà dimostrare forza e competenza
Non era mai accaduto che Fatah, che governa l’Autorità nazionale palestinese (Anp), si scontrasse tanto di frequente e con tanta insistenza con Hamas in Cisgiordania. Gli scontri si concentrano soprattutto a Jenin, considerato uno dei centri di lotta contro Israele, armato da membri di Hamas e del Jihad islamico. L’Autorità nazionale palestinese sta cercando di dimostrare di essere in grado di gestire i miliziani, sa che parte dell’occidente e soprattutto gli Stati Uniti pensano che possa essere un interlocutore affidabile per i rapporti con Israele e per gestire il futuro della Striscia di Gaza, mentre lo stato ebraico ritiene che l’Anp sia inaffidabile, debole, inadatta a gestire Gaza e nemica. Per Fatah la rivalità con Hamas non è una novità, venne cacciato proprio dalla Striscia nel 2007 ed è intenzionato a ritornare.
Questo è il momento. Gli Stati Uniti stanno cercando un interlocutore a cui affidare la Striscia quando finirà la guerra, Israele non vuole un vuoto politico in grado di imporre il ritorno di Hamas e prima o poi dovrà accettare di parlare con l’Anp. Se vuole tornare a Gaza, però l’Anp deve dimostrare forza e soprattutto competenza, deve far vedere di essere capace di evitare il ritorno di Hamas, che anche se sconfitto militarmente continuerà ad avere proseliti nella Striscia e cercherà di riorganizzarsi approfittando del caos. La scommessa di Hamas dopo il pogrom nei kibbutz del sud di Israele e l’inizio della guerra a Gaza era che anche la Cisgiordania sarebbe diventata un nuovo fronte contro lo stato ebraico e il potere di Fatah si sarebbe ridotto a favore del gruppo della Striscia. Il futuro potrebbe essere esattamente il contrario: il ritorno dell’Autorità nazionale palestinese a Gaza.
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