Editoriali
Cosa ci dice una stretta di mano mancata
È stato il primo incontro tra due alti funzionari delle principali potenze occidentali e il capo di Hayat Tahrir al Sham, al Julani. Francia e Germania sperano in una Siria laica nel dopo Assad, ma il nuovo capo di Damasco non tocca la ministra tedesca (come previsto dalle regole coraniche)
Ieri il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, e la sua omologa tedesca, Annalena Baerbock, si sono recati a Damasco in rappresentanza dell’Ue, per incontrare Ahmed al Sharaa, il nuovo leader siriano, Abu Muhammad al Julani, a capo di una coalizione di islamisti che lo scorso dicembre ha rovesciato il regime di Bashar al Assad dopo cinquantaquattro anni. E’ stato il primo incontro tra due alti funzionari delle principali potenze occidentali e il capo di Hayat Tahrir al Sham, e nonostante l’ottimismo di Parigi e Berlino che sperano in un “un nuovo inizio politico tra Europa e Siria” e in una “transizione pacifica e equilibrata al servizio dei siriani e della stabilità regionale”, secondo le parole pronunciate da Barrot, la situazione resta molto delicata. Dopo aver visitato la prigione di Saidnaya, simbolo della repressione di massa di Assad, Barrot e Baerbock hanno incontrato al Sharaa nell’ex palazzo del regime baathista.
Il nuovo capo di Damasco, nel riceverli, ha stretto la mano al capo della diplomazia francese, ma si è rifiutato di fare la stessa cosa con la ministra tedesca, limitandosi a portare la mano al cuore com’è costume islamico. Baerbock ha sorriso unendo le mani come segno di risposta, ma l’imbarazzo era palpabile. Al Sharaa, che si presenta come un “moderato” che ha abbandonato il jihadismo, mantiene anche nei consessi diplomatici la regola di non toccare le donne, come gli islamisti radicali che seguono alla lettera le regole coraniche. La brutta scena, filmata dalle telecamere, conferma quanto sia lunga e intricata la strada per garantire la protezione delle minoranze religiose con il leader di Hayat Tahrir al-Sham al potere. Dopo l’incontro con al Sharaa, la ministra degli Esteri tedesca ha avvertito i dirigenti siriani che “l’Europa apporterà il suo sostegno, ma non finanzierà nuove strutture islamiste”. La speranza per una Siria stabile e rispettosa della diversità è estremamente fragile.