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Editoriali

Il Venezuela minaccioso e il silenzio dei media

Redazione

In vista del giuramento e del rientro di González Urrutia sono stati arrestati almeno una ventina di oppositori. Fra questi, l’attivista per i diritti umani e giornalista Carlos Correa e Enrique Márquez, tra i primi a denunciare le frodi elettorali di Maduro

Una quantità di emergenze internazionali e non ultime le recenti rivendicazioni quanto meno singolari di Trump hanno avuto l’effetto di distrarre l’attenzione dei media internazionali da quanto sta avvenendo in Venezuela. Ma il momento è di tensione estrema. Venerdì Nicolás Maduro giurerà per un nuovo mandato da presidente, ma anche Edmundo González Urrutia, premio Sakharov del Parlamento europeo, ha annunciato che rientrerà in Venezuela per giurare. Dopo aver fatto un giro per il Continente in cui è stato ricevuto sia da Biden sia dallo speaker della Camera dei rappresentanti Mike Johnson. Germania, Cile, Perù e Paraguay sono stati tra gli ultimi governi a ribadire il loro appoggio a González Urrutia.

  

Infine anche il presidente di sinistra colombiano Gustavo Petro ha detto che non si potrà recare ad avvallare Maduro. In questo clima, l’ultimo elemento molto grave – di cui s’è detto scioccato anche Petro – è stato l’arresto dell’ex candidato presidenziale ed ex rettore del Consiglio nazionale elettorale Enrique Márquez, che fu tra i primi a denunciare le frodi elettorali di Maduro, e dell’attivista per i diritti umani e giornalista Carlos Correa. Inoltre è stato arrestato anche il genero di González Urrutia, e hanno subito la stessa sorte almeno una ventina di oppositori in 24 ore. E’ stato invece rilasciato un cittadino italiano, uno dei 127 stranieri che sono finiti dentro per presunti “atti di destabilizzazione”: una massiccia politica degli ostaggi di fronte al generale non riconoscimento del risultato elettorale. In vista del giuramento sono attese ampie proteste antigovernative e la capitale Caracas è in uno stato di pre assedio.

  

Anche María Corina Machado ha denunciato che agenti circondano la casa di sua madre, mentre l’Assemblea Nazionale del regime ha condannato all’unanimità come “forza straniera che cerca di invadere il Venezuela” i nove ex presidenti che si preparano ad accompagnare González Urrutia nel suo ritorno. Una maggiore attenzione internazionale, e almeno dei media, sarebbe necessaria.