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Editoriali

La vittoria al veleno di Merz 

Redazione

Al Bundestag passa una mozione sulle espulsioni grazie ai voti di AfD. Ma il leader di Cdu deve incassare l’accusa del centrosinistra di aver giocato con il fuoco incrinando il cordone sanitario steso anni fa attorno al partito di estrema destra

Friedrich Merz ha vinto e poi si è rammaricato di aver vinto. Bizantinismi della politica tedesca del dopo-Merkel, segnata dalla forte presenza di AfD. Per la prima volta da quando siede al Bundestag, ossia dal 2017, la formazione sovranista si è rivelata determinante per l’esito di un voto in aula. Ed è stato Merz, candidato cancelliere del blocco Cdu-Csu alle elezioni del 23 febbraio, a condurre la danza mettendo all’ordine del giorno due mozioni per accelerare le espulsioni dalla Germania degli stranieri irregolari, a cominciare da quelli che si siano già macchiati di qualche crimine. Dopo i fatti di sangue di Aschaffenburg, Merz aveva avvisato i suoi “avversari” Verdi e della Spd. Perché le virgolette? Perché Merz per primo sa benissimo che AfD non è un partito potabile e che dopo le elezioni la sua Cdu dovrà allearsi o con gli ecologisti o con i socialdemocratici del cancelliere uscente Olaf Scholz. Le mozioni approvate chiedono, tra l’altro, controlli permanenti alle frontiere, il respingimento delle persone in cerca di protezione e l'incarcerazione degli stranieri sfuggiti all’obbligo di espulsione.

I due partiti di centrosinistra, e futuri alleati, ai quali Merz si era rivolto hanno risposto picche, segnalando l’incostituzionalità del testo. La mozione è quindi passata con i voti di Cdu-Csu, con quelli dei Liberali, quelli, determinanti, di AfD e qualche utile astensione dei deputati ex Linke passati mesi fa al partito “rosso-bruno” Bsw. Un fallimento per tutti dal sapore molto elettorale. Merz torna a casa vittorioso ma deve incassare l’accusa del centrosinistra di aver giocato con il fuoco incrinando il cordone sanitario steso anni fa attorno al partito di estrema destra. Verdi e socialdemocratici, da parte loro, escono malconci dal voto: un po’ perché hanno perso in aula, un po’ perché si sono dimostrati sordi alle richieste dei tedeschi per una migliore gestione dei flussi di profughi e migranti. Un compromesso al centro, come quello che le elezioni imporranno, sarebbe stato meglio.

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