Volodymyr Zelensky (Ansa)

editoriali

I rischi di dire all'Ucraina: devi votare

Redazione

L'inviato speciale della Casa Bimaca Kellogg spiega i confini, ancora molto vaghi, di un accordo per far finire la guerra con la Russia e chiarisce i problemi di sicurezza e legittimazione che ci sarebbero se si chiedesse agli ucraini di votare nel 2025

Keith Kellogg, inviato speciale della Casa Bianca in Ucraina, ha rilasciato un’intervista a Fox News in cui ha spiegato i confini, ancora molto vaghi, di un accordo per far finire la guerra iniziata dalla Russia. Il generale americano  ha detto che non ci vorranno giorni per porre fine agli attacchi di Mosca, ma sarebbe più opportuno parlare di mesi. Kellogg è stato schietto nel far capire che non sarà semplice raggiungere un accordo e non ha nascosto che i contatti degli Stati Uniti con i russi sono attivi come ovviamente lo sono con gli ucraini. Poi ha aggiunto che appena sarà stata raggiunta una tregua, l’Ucraina dovrà andare al voto anche in questo 2025 e dovrà esserci quindi un presidente di fresca nomina a negoziare l’accordo definitivo.

 

In Ucraina le elezioni presidenziali si sarebbero dovute tenere lo scorso anno, ma è in vigore la legge marziale e sono state rimandate. Lo scorso anno ci sono state invece le elezioni in Russia, dove Vladimir Putin si è proclamato vincitore con oltre l’80 per cento dei voti e anche se il voto russo è truccato da tempo, il fatto che Mosca votasse e Kyiv e no è diventato un tema martellante della propaganda contro Volodymyr Zelensky. In Ucraina però anche  uno dei principali avversari di Zelensky, il suo predecessore Poroshenko, si è pronunciato contro il voto nel 2025: l’unico vincitore sarebbe Putin con la sua destabilizzazione, ha detto. Seppure non sotto le bombe, chiedere agli ucraini di votare nel 2025 è un rischio sia dal punto della sicurezza, sia dal punto di vista della legittimazione.

 

È vero che con una tregua non ci saranno i missili e droni di Mosca, ma il 20 per cento del territorio è sotto occupazione, che fare con quei cittadini? Inoltre, la popolazione è sfollata, i soldati anche durante la tregua rimarranno al fronte, non sarà semplice farli votare. E poi c’è la fallacia logica: se Zelensky non è legittimato a trattare perché non è stato rieletto, forse Putin lo è grazie a un voto in cui era di fatto l’unico a concorre dopo che i suoi avversari veri erano  stati costretti all’esilio, eliminati o incarcerati?