(Ansa) 

Editoriali

La Consulta sulle pensioni e la politica

Redazione

Intervenire sulle rivalutazioni non è illegittimo. Un  problema generale

La Corte costituzionale non ha ritenuto valide le considerazioni critiche di alcune sezioni territoriali della Corte dei conti, che avevano considerato incostituzionale quell’articolo della legge di Bilancio che riduceva la rivalutazione delle pensioni più alte, quelle di importo superiore a quattro volte il minimo. Il meccanismo adottato dal governo viene considerato legittimo soprattutto “perché salvaguarda integralmente le pensioni di più modesta entità”. La decisione della Consulta, basata sull’esame dei requisiti di “ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza” ha un contenuto tecnico, ma non sfugge il particolare che ha dato torto a ricorrenti appartenenti alla magistratura (in questo caso contabile) è ha dato ragione al governo.

In sostanza la Corte ha riconosciuto che l’esecutivo, con atti soggetti solo all’approvazione parlamentare, ha il diritto di operare scelte di merito giustificate dalla situazione, in questo caso l’impennata inflazionistica che ha colpito soprattutto i redditi più bassi, e non deve limitarsi ad applicare le regole preesistenti riducendo la sua funzione a un ruolo “notarile”. E’ proprio su questo problema, sulla legittimità di scelte discrezionali da parte politica, che si è sviluppata una parte consistente del contenzioso acceso da parte di settori della magistratura nei confronti degli amministratori o dei governanti.

Si tratta di un problema centrale, di una caratteristica del sistema di governo in una democrazia, che naturalmente non può essere sciolto una volta per tutte, quindi sarebbe eccessivo attribuire alla  sentenza un valore generale, come sarebbe riduttivo non considerare in che modo ha sciolto, nel caso specifico, i dubbi di alcune corti dei conti sulla legittimità delle scelte di governo. Naturalmente il sistema dell’accertamento di costituzionalità ha il compito di verificare la liceità delle norme, mentre spetta al dibattito politico economico e culturale discutere nel merito di questi stessi provvedimenti. A questo serve una buona opposizione politica non giudiziaria, o almeno servirebbe.

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