Stefano Boeri e Cino Zucchi (Ansa)

Editoriali

Stefano Boeri, c'è un gip a Milano

Redazione

Respinta la richiesta di domiciliari anche per Cino Zucchi per l'inchiesta sul concorso Beic e per l'architetto Pier Paolo Tamburelli, che aveva partecipato al concorso. L'arresto valutato inutile, i provvedimenti sembrano legittimi e tutto sommato tenui 

Il gip di Milano, Luigi Iannelli, ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per i due architetti di fama internazionale Stefano Boeri e Cino Zucchi per l’inchiesta sul concorso Beic e per l’architetto Pier Paolo Tamburelli (che al concorso aveva partecipato). La notizia è positiva, c’è un gip a Milano, ma nemmeno particolarmente inattesa: la richiesta di arresti domiciliari – quindici mesi dopo l’avvio dell’inchiesta, sull’ipotesi che gli imputati potessero “accordarsi per un alibi” – avanzata dal team dell’aggiunta Tiziana Siciliano era a vista d’occhio eccessiva, più mediatica e afflittiva che giustificata dai princìpi che regolano la carcerazione preventiva.

Vale anche la pena sottolineare – in questo che è uno dei primi casi di applicazione – che la tanto vituperata norma della riforma Nordio che ha introdotto l’interrogatorio preventivo da parte del gip (“ne approfitteranno per scappare”, secondo certe critiche sgangherate) ha funzionato molto bene e ha evitato che ci si trovasse davanti, come spesso purtroppo è accaduto, all’arresto spettacolare di due personalità “in vista”.

Invece, sentite preventivamente le parti, l’arresto è stato valutato inutile. Non si tratta però di una piena smentita delle richieste dei pm. Il gip ha infatti giudicato che gli elementi accusatori – turbativa d’asta e falso – “lasciano effettivamente trasparire gravi indizi di colpevolezza” e per questo motivo ha stabilito misure interdittive di tipo differente. Per Boeri, “in qualità di docente universitario o di professionista, dal far parte di commissioni giudicatrici nell’ambito di procedure per l’affidamento di contratti pubblici” e inoltre l’interdizione “dal concludere contratti con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere prestazioni di pubblico servizio per la durata di un anno”. Stessa sorte per Zucchi, ma per otto mesi. Provvedimento legittimo e tutto sommato tenue, poiché non impedisce l’attività professionale (e per Boeri l’incarico in Triennale) il che dimostra che i processi possono essere condotti anche senza ricorrere a misure inutilmente afflittive.

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