Keir Starmer (Ansa)

editoriali

Più inglesi al lavoro. Starmer è più riformista del previsto

Redazione

Il premier labourista, alle prese con “dati sconvolgenti”, lancia un piano d’efficienza sui sussidi

Il Labour vuole la gente al lavoro, dice Keir Starmer, ed è un gran tabù per un governo di sinistra, sebbene sia alle prese con “dati sconvolgenti”: nel Regno Unito un giovane su 8 non studia, non lavora e non sta facendo formazione, mentre 2,8 milioni di persone in età lavorativa sono ferme per malattie a lungo termine.

Un sistema di valutazione sulla capacità di lavorare ha stabilito che il 67 per cento di loro è “unfit”, “inabile al lavoro”, e questo secondo il premier rappresenta un problema economico, certo, ma anche una condanna personale a non trovare una strada, a non dare un contributo alla società. Per questo il sistema stesso, secondo il Libro Verde,  verrà abolito entro il 2028 come parte di una serie di misure fatte per ridurre di 5 miliardi di sterline la spesa per il welfare. Inoltre, per i giovani verrà introdotto un sistema per permettere di cercare lavoro senza rischiare automaticamente di perdere i benefit, in modo da rendere meno pericoloso l’abbandono di una condizione che, soprattutto nel nord del paese, riguarda molte persone.

In un intervento sul Times in cui ha cercato di spiegare una riforma che sta scuotendo molto l’opinione pubblica – non era stata annunciata nel manifesto elettorale – e in particolare i deputati, alcuni dei quali hanno timore a votare un’altra misura che rischia di collocarli troppo a destra in vista di future elezioni, Starmer ha garantito che chi ne ha davvero bisogno continuerà ad avere i sussidi e anzi starà meglio. Mentre nel mirino c’è il milione circa di Pip, una sorta di sussidio per l’indipendenza dato a chi ha una disabilità leggera: i criteri di assegnazione saranno più stringenti. La spesa per la disabilità nell’età lavorativa è destinata a raggiungere 70 miliardi di sterline, non si parla di truffe o di abusi, l’idea del Libro Verde è di ridisegnare un sistema al collasso. La destra applaude e chiede di più, i Verdi salgono nei sondaggi e il premier approfitta della confusione generale per mostrarsi più riformista del previsto.  

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