Editoriali

Dopo i dazi mani tese a Pechino, ma con cautela

Redazione

La presidente della Commissione Ursula Von der Leyen guarda a est per frenare la guerra commerciale di Trump. Ma con la Cina i rischi ci sono ancora

Il M5s ci si è tuffato a pesce. La telefonata amichevole tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il premier cinese, Li Qiang, per trovare sbocchi alternativi alla crisi del commercio provocata dai dazi di Trump, è stata subito l’occasione per ricordare con sarcasmo: ma la Cina non era il male assoluto? Il memorandum sulla Via della seta non è stato forse stracciato in tutta fretta? In realtà, nascondeva un disegno espansionistico globale della Cina, che avrebbe potuto porre l’Europa in una condizione di subalternità. E invece il canale avviato da von der Leyen con Pechino fa leva sulla necessità di entrambe le parti di trovare una via d’uscita al protezionismo americano. Dunque, bene ha fatto la presidente della Commissione a cercare il confronto dal quale, tra l’altro, potrebbe nascere un meccanismo per tenere sotto controllo le deviazioni degli scambi commerciali. Europa e Cina hanno la responsabilità di sostenere “un forte sistema commerciale riformato, libero, equo e fondato su condizioni di parità”, ha detto von der Leyen. Qualche controindicazione, però, esiste ed è stata ben rappresentata dagli economisti che stanno collaborando con le istituzioni europee alla discussione sugli effetti dei dazi. Alcuni di loro sono preoccupati dal “secondo choc cinese”, riferendosi a quanto avvenuto dopo l’ingresso della Cina nell’Organizzazione mondiale del commercio nel 2001 che comportò la concorrenza delle merci cinesi alle industrie americane ed europee causando processi di deindustrializzazione i cui effetti ancora si sentono. Anche Giorgia Meloni ha detto ieri agli industriali che è “necessario evitare che la sovrapproduzione della Cina e di altri paesi soprattutto asiatici colpiti dai dazi statunitensi impatti nel nostro mercato interno”. Dunque, Europa-Cina è una prospettiva possibile ma è anche un processo che va gestito con molta cautela.

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